17 agosto 2021

AFGHANISTAN: IL NUOVO VIETNAM DEGLI AMERICANI

 




L’Afghanistan, una rotta


Non si dice per carità di patria, ma il ritiro dell’Occidente dall’Afghanistan è una rotta. L’America deve mandare indietro tre battaglioni, tremila uomini, per tenere aperto l’aeroporto di Kabul e consentire agli americani dell’ambasciata e ai collaboratori afghani di partire. Non si dice, perché ci sono stati morti, ma la sostanza è: andarono per suonare e furono suonati. Questa fuga finale è perfino vergognosa - anche se oggi di onore non è più il caso di parlare.
Il presidente Biden, si dice in America, è deluso: riteneva di avere avuto assicurazioni dai Talebani che il personale americano e i collaboratori afghani non sarebbero stati toccati. Ma, se così è stato, la rotta è anche una stupidaggine: che valore ha la promessa dei Talebani, guerriglieri per statuto senza legge, ammesso che l’abbiano fatta?
È un problema di personalità? Solo un mese fa Biden diceva “molto improbabile” che i Talebani si prendessero l’Afghanistan. Ora Robert Gates, un ex direttore della Cia che è stato minisro della Difesa del secondo Bush e del primo Obama, fino a tutto il 2011, vice-presidente Biden, da tempo va dicendo che Biden “ha sbagliato su quasi tutte le questioni importanti di politica estera e di sicurezza nazionale nelle ultime qattro decadi” – da quando cioè è in politica in primo piano.
Il fondamentalismo islamico, il terrorismo, non è più il nemico, che ci si affida a esso? Nuovamente, come agli inizi di Al Qaeda? Non c’è più comunque un disegno di contrasto del fondamentalismo islamico. Dimenticato l’11 settembre. Aveva ragione il mullah Omar, l’autoproclamato califfo: “Voi avete gli orologi, ma noi abbiamo tempo”.
È peggio di un errore l’enorme spesa inutile per addestrare e armare le forze armate e di sicurezza afghane. L’Afghanistan  non è una scoperta recente, la storia ci bazzica dai tempi di Alessandro Magno. In un quadro d’ingovernabilità peraltro noto a tutti, anche a lettori di racconti. Ma poco meno di 900 miliardi di dollari sono stati sprofondati dagli Stati Uniti nelle sue sabbie mobili.
L’Italia ci ha rimesso in questa guerra inutile 53 morti e 723 feriti. A un costo di sette miliardi. 
Soprattutto per l’addestramento delle truppe governative.


Nessun commento:

Posta un commento