Gli italiani a ferragosto
"Li ho visti, li ho visti in folla a Ferragosto. Erano l’immagine della frenesia più insolente. Ponevano un tale impegno nel divertirsi a tutti i costi, che parevano in uno stato di «raptus»: era difficile non considerarli spregevoli o comunque colpevolmente incoscienti.”
(P. P. Pasolini, Lettere luterane, Einaudi 1976)
FERRAGOSTO a casa L. Sciascia:
"E se mi chiedessero dov'ero e cosa facevo il 15 febbraio o il 15 marzo di quest'anno, avrei molta difficoltà a rispondere; ma se me lo chiedono per il 15 agosto dell'anno scorso o di dieci, venti, cinquant'anni fa, con sicurezza posso rispondere: stavo a casa. In paese, in città, con più certezza in campagna: ma a casa. Una volta, che stavo rischiando di passar fuori quella giornata, sono corso a un treno della notte: e la mattina del 15 stavo a casa. [...] dall'età della discrezione in poi l'ho passata allo stesso modo: leggendo, straccamente scrivendo, cercando refrigerio in caffè caldissimi (nulla di più dissetante) [...] e aspettando la sera, il venticello di tramontana in campagna, quasi sempre puntuale, la stellata cupola della notte, i pascaliani e leopardiani pensieri sugli spazi infiniti, sull'infinito della vita e della morte"
(L. Sciascia, L'Espresso 16 agosto 1987)
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