Nell’ottantesimo anniversario della sua morte per mano nazista, Feltrinelli ripropone «Apologia della storia» di Marc Bloch.
“Il messaggio di fondo della riflessione blochiana si può compendiare in una doppia rivendicazione: da un lato, la necessità e legittimità della storia, un sapere che illumina anche il presente; dall’altro, visto che le stesse domande tormentano il «pensiero» e l’«azione», l’utilità della storia è tutta conoscitiva e può farsi pratica, dunque politica, solo se pienamente scientifica.
SCIENTIFICA senza virgolette: per Bloch la storiografia è una scienza e non può che basarsi sull’«esperienza», vale a dire sulla critica delle testimonianze e delle tracce documentarie, sulla costante riflessione collettiva su metodi e categorie e soprattutto su veri e propri esperimenti. Questa pratica sperimentale non è naturalmente assimilabile a quella di laboratorio, ma dev’essere altrettanto rigorosa, fondata sull’ampia comparazione di casi del passato, sola risorsa intellettuale che permette di evidenziare il gioco dei diversi fattori e processi all’opera nelle relazioni sociali.”
“Ogni metodo vale, la storia non è diversa dalle altre scienze sociali, ma occorre un lavoro collettivo, la convergenza di specialismi e tecniche per dar luogo alla «scienza degli uomini nel tempo», sempre sospesa fra senso della continuità e individuazione del mutamento.”
“Lo storico francese era attento agli inganni che, allora trasmessi dai giornali, principali media del tempo, producevano nei lettori uno sdoppiamento fra totale diffidenza e ingenua credulità, che oggi risulta sbilanciato per l’immersione continua in Rete e sugli smartphone.”
dall’articolo di Michele Nani su il manifesto, 06.08.2024
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