Quando
il concetto di "genere" rischia di diventare il vero strumento di
discriminazione delle donne:
«Per le tendenze postmoderne il sesso è una performance...
Affermare che “il sesso, per definizione, è già sempre genere” cancella la
dimensione materiale e corporea, ma il sesso preesiste al piano simbolico... Il
sesso, come ogni dimensione materiale, non è riducibile al discorso intorno ad
esso, ma esiste e non si può negare: riemergerà sempre.
“Il genere ha assunto per i postmodernisti il significato di
irrilevanza del sesso, insieme all’intero mondo materiale [...] Il genere è
diventato qualcosa di interno, non è più imposto dalla società come nelle
analisi delle femministe. Siamo nel pieno dei processi di individualizzazione
neoliberali.
Stiamo assistendo a una cancellazione e decostruzione
postmoderna della differenza sessuale e dei corpi. Ma la vita è sessuata, non
vi è possibile vita in assenza di differenza sessuale, si nasce sessuati prima
di ogni altra relazione in cui emerge un simbolico, un discorso, un sociale. Il
corpo ha una realtà che il pensiero non può alterare, nella specie umana, come
in altre, i sessi sono due, non un continuum.
Le mestruazioni per una ragazza sono un avvenimento
biologico e storico... Gli uomini non hanno esperienze delle mestruazioni, né
una storia che ad esse si leghi. Noi siamo anche il nostro sanguinare, il
nostro sesso, il nostro ritmo biologico.
Il sesso fa parte di ciò che è osservabile, non ha alcun
senso affermare che il sesso sia “assegnato” alla nascita, sarebbe come
affermare che alla nascita vengono assegnati il colore degli occhi e il colore
della pelle. Ma in un mondo post-verità non dobbiamo stupirci nemmeno di
questo. Si stanno gettando le basi della disintegrazione di quelle che un tempo
erano considerate banali verità, riconoscibili grazie una semplice
osservazione, mentre oggi tutto diventa relativo e opinabile. Ogni dimensione
dell’esistenza dovrà passare attraverso dei criteri tecno-medicali e attraverso
un’ideologia cibernetica e transumanista. Questi criteri e questa ideologia
definiranno la vita, la morte, la salute, la malattia. E definiranno anche il
sesso e la così detta “identità di genere”. Consegnata l’esistenza in mano ai
tecnici saranno loro che ne decreteranno quella che verrà considerata come la
giusta direzione.
Le parole donna e uomo hanno un significato biologico molto
chiaro, non adatto alla decostruzione postmoderna. Non si riferiscono a
categorie sociali, ma alla carne dei corpi.
L’introduzione del concetto di «identità di genere» risale
agli anni ’60. Lo psicologo John Money che fondò la Clinica per l’Identità di
genere all’interno della John Hopkins University è considerato il padre
dell’ideologia gender. Secondo Money “l’identità sessuale è sostanzialmemte un
prodotto della società e, pertanto, duttile e mallelabile alla nascita”. Al
fine di dimostrare questa teoria portò avanti le terribili sperimentazioni di
macellazioni chirurugiche di «riassegnazione di genere» a bambine e bambini dai
tratti sessuali alla nascita considerati «ambigui». Il suo caso più conosciuto
è quello di Bruce Reimer, un bambino che aveva subito danni al pene durante un
intervento chirurgico al momento della nascita. L’interesse morboso di questo
ricercatore di Mengeliana memoria nasceva anche dal fatto che questo bambino
aveva un gemello omozigote, un caso perfetto per poter osservare la loro
crescita. I due fratelli condividevano lo stesso patrimonio genetico, lo stesso
ambiente familiare ed erano nati entrambi dello stesso sesso, Money poteva
quindi confrontare lo sviluppo psicosessuale di Brian, nato e rimasto maschio,
con quello di Bruce che subì l’intervento. Inoltre, questo era il primo caso
nella storia della medicina di un «riassegnamento di genere» condotto non su un
soggetto intersessuale o portatore di malformazioni congenite o dai caratteri
sessuali considerati «non conformi» agli standard, ma su un soggetto nato con
organi sessuali maschili e poi per errore danneggiati alla nascita.
All’età di 22 mesi, nel 1965, Bruce fu operato dall’equipe
di Money: gli vennero amputati i testicoli e fu rimodellata una «rudimentale
vagina esterna». Bruce divenne Brenda e i genitori lo educarono come una
bambina e lo sottoposero a trattamemento ormonale con estrogeni. Money spiegò
loro che l’importante era che lo vestissero come una bambina, non gli
tagliassero i capelli, lo facessero sentire una lei e non un lui. All’età di 13
anni Brenda cercò di togliersi la vita esprimendo la volontà di non seguire più
le sedute di Money. I genitori allora gli raccontarono la verità della sua
storia e più avanti disse: “Per la prima volta ogni cosa ebbe un senso, ed io
ho capito chi e cosa ero”. In seguito fu sottoposto a un lungo ciclo di
trattamenti chirurgici (doppia mastectomia e due interventi di falloplastica) e
ormonali (iniezioni di testosterone) per riacquisire il suo aspetto maschile e
ritornò David. Ma ormai la sua vita era irrimediabilmente segnata e dopo il
suicidio del gemello Brian, il 5 maggio 2004 decise anche lui di togliersi la
vita con un colpo di fucile.
In California, dopo la legge sull’«autocertificazione di
genere», gli uomini che dicono di identificarsi come donne possono richiedere
il trasferimento in carceri femminili senza neanche iniziare un percorso
ormonale come richiesto in passato. Attualmente quasi 300 detenuti
semplicemente dichiarandosi donne hanno fatto richiesta di essere trasferiti in
carceri femminili per le misure meno restrittive. Tra questi detenuti ci sono
anche condannati per pedofilia, per crimini sessuali e per crimini contro minori.
Possiamo comprendere la problematicità di questa situazione. Molte le proteste
delle detenute che denunciano violenze da parte dei detenuti e la conseguente
organizzazione della vita carceraria ancora più repressiva e stringente per
gestire la loro presenza.
In Canada ai bambini e bambine di tutte le età viene
insegnato che hanno un’»identità di genere» e che questa è più significativa
del sesso biologico. La politica della scuola prevede la possibilità di una
“transizione sociale” senza che i genitori ne siano informati. Un padre è
venuto a conoscenza che sua figlia veniva indicata con un nome maschile solo
quando l’ha letto nell’annuario della settima classe (la seconda media
italiana). Risulta significativa, e un pericoloso e preoccupante precedente, la
condanna a 6 mesi di carcere e a 30 mila dollari di multa a questo padre che si
è opposto alla somministrazione dei bloccanti della pubertà per sua figlia...»
("Dal corpo neutro al cyborg postumano. Riflessioni
critiche all'ideologia gender" di Silvia Guerini)
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