Oratorio di San Lorenzo – Palermo
“Corsi a quell'oratorio in via Immacolatella, proprio dietro la chiesa del convento mio. Entrai: mi parve d'entrare in paradiso. Torno alle pareti, in cielo, sull'altare, eran stucchi finemente modellati, fasce, riquadri, statue, cornici, d'un color bianchissimo di latte, e qua e là incastri d'oro zecchino stralucente, festoni, cartigli, fiori e fogliame, cornucopie, fiamme, conchiglie, croci, raggiere, pennacchi, nappe, cordoncini... Eran nicchie con scene della vita dei santi Lorenzo e Francesco, e angeli gioiosi, infanti ignudi e tondi, che caracollavan su per nuvole, cortine e cascate, a volute, a torciglioni. Ma più grandi e più evidenti eran statue di donne che venivano innanti sopra mensolette, dame vaghissime, nobili signore, in positure di grazia o imperiose. Ero abbagliato, anche per un raggio di sole che, da una finestra, colpendo la gran ninfa di cristallo, venia ad investirmi sulla faccia”
(Vincenzo Consolo, Retablo, Sellerio editore Palermo, 2009)
L' Oratorio si trova di fianco alla chiesa di San Francesco d’Assisi, che si affaccia sull’omonima piazza. Fu costruito intorno al 1570 dalla Compagnia di San Francesco, costituita da facoltosi mercanti genovesi, sui resti di un’antica chiesetta dedicata a san Lorenzo. Alla fine del '600 i francescani decisero di arricchire l'aula affidando la parte architettonica a Giacomo Amato e quella decorativa a Giacomo Serpotta, l’interno infatti contiene quanto di meglio ha prodotto il genio di questo scultore e costituisce la sua opera più matura: un ciclo decorativo di intensa narrazione scultorea, prodotto tra il 1699 e il 1706, e costituito da otto “teatrini” sulle pareti che raffigurano scene ispirate alla vita di san Lorenzo (sinistra) e san Francesco d’Assisi (a destra) celebrandone le qualità morali. Al centro della parete di fondo il magnifico San Lorenzo subisce il martirio sulla graticola, mentre di fronte, sull'arco del presbiterio, è presente San Francesco che riceve il cordiglio dell'Ordine. Sono connesse alle scene raffigurate le statue muliebri poste ai lati dei teatrini, allegorie dell'Umiltà, Gloria, Accoglienza, Penitenza, Costanza, Misericordia, Carità, Elemosina. Intorno a queste, tanti putti giocosi e svolazzanti che riprendono il tema della Virtù cui fanno da cornice in composizioni di raffinata grazia e amabilità. Le sculture sono state realizzate in stucco con polvere di marmo sbriciolato che conferisce una particolare luminosità. Nel presbiterio, al centro della sfera posta sopra la pala d’altare, si trova la raffigurazione dello stemma francescano con la croce in oro posta tra il braccio di Cristo e quello di san Francesco, entrambi con le stimmate. Di fine ‘600 sono anche le preziose panche delle pareti laterali. Queste sono intarsiate in avorio, madreperla e palissandro e poggiano su mensole intagliate con scene mitologiche, ciascuna delle quali viene rappresentata specularmente sulla panca opposta in maniera riflessa, a valorizzare il tema della continua alternanza di bene e male, della vita e della morte. San Lorenzo, però, non è solo Serpotta; la sua fama è, purtroppo, dovuta al furto della pala d’altare “Natività” dipinta nel 1609 dal Caravaggio proprio per questo oratorio. La tela è stata trafugata nel 1969 e al suo posto ora si trova una splendida riproduzione che, pur non costituendo l’originale, permette di ricreare il prestigioso sfondo cui l’opera del Serpotta nel 1699 fece da cornice.
(da TurismoPalermo - foto IlGeniodiPalermo e Wikipedia)
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