Caro Franco,
ti chiedo scusa per questo mio abuso di potere. I lettori
del tuo blog forse non sanno che io ho facoltà di potere scrivere dei post nel
tuo blog, anche se non ne sono amministratore. Quando ti ho aiutato a
realizzare il blog del Centro Studi e Iniziative di Marineo tu mi hai concesso
questa facoltà, anche se io poi non ne ho mai fatto uso.
Oggi ho deciso di usarla per dedicarti una poesia che mi sta
molto a cuore, ma soprattutto voglio dedicarla alla memoria della tua cara
mamma che è venuta a mancare in questi giorni. Io ho avuto la fortuna di potere
conoscere tua madre e non posso dimenticare l’inverno di due anni fa, quando,
durante le vacanze natalizie mi invitavi a mangiare a casa tua e a tavola con
noi c’era sempre tua madre. Non posso dimenticare l’ultima partita a scopone
che ci siamo fatti circa un mese fa con tua mamma e tua zia alla casa di
riposo. E’ stato un momento forte per me.
Insomma caro amico mio, quando mi hai dato la notizia ci
sono rimasto, non me lo aspettavo; avrei voluto dare di presenza l’ultimo
saluto a tua madre, non potendolo fare, voglio dedicarle gli stessi versi che
avevo scritto pensando a mia madre. Un abbraccio
Milano 25 gennaio
2013 Ezio Spataro
Le madri cadenti
Le madri cadenti
sono leonesse ruggenti
che divorano i giorni
con faccie rugose
e membra inferme
tra preghiere e candelore
scandiscono le ore
dicono giaculatorie
baciano santini
e aspettano i figli
noi figli sempre bambini
un tempo furono forti e tenaci
i loro ventri erano come fornaci
i figli da partorire
eravamo la loro speranza
ora sono inferme
ossa deboli come fuscelli
sangue capriccioso
tra sbalzi di pressione
valori sballati
farmaci mal dosati
effetti collaterali
tutta una sfilza di mali
muscoli senza vigore
lenti movimenti
stanche le ossa
ma forte il cuore
le madri cadenti
sono leonesse ruggenti
che ogni giorno
cacciano la morte
EZIO
Nessun commento:
Posta un commento