ANCORA SULL'IPERSESSUALIZZAZIONE IN ATTO E I SUOI RISCHI
Lucrezia Lombardo
L'abuso su minori resta uno dei reati oggi più diffusi e
incrementati dalla diffusione del web e delle nuove tecnologie.
Nello specifico si stima che:
-secondo gli ultimi dati dell’Internet Watch Foundation, il
2023 è stato l’anno in cui la presenza di immagini di illeciti sessuali di
minori sul web ha raggiunto il suo massimo;
-2.300 minori risultano scomparsi in Ucraina a partire dalla
scoppio del conflitto;
-si stima che almeno 21 mila bambine e bambini siano
dispersi, o scomparsi, o detenuti, o sepolti sotto le macerie, o in fosse
comuni a Gaza.
E questi sono solo alcuni dei dati noti, a cui si aggiungono
quelli sommersi e relativi ad abusi sessuali subiti da minori -in genere in
famiglia o in ambiente "familiari"- non denunciati.
A tal proposito, occorre sottolineare che le guerre sono uno
dei contesti in cui, in mancanza di ogni protezione (familiare,
giuridico-normativa, sociale ecc), il traffico di minori è più diffuso al fine
di commerci di organi, pedo-pornografici, di turismo sessuale ecc.
Pensiamo, a tal proposito, a certe mete predilette da uomini
occidentali adulti a fini di turismo sessuale, come la Thailandia,
relativamente alla quale si stima che: "il boom della prostituzione si è
avuto negli anni sessanta e settanta del 900’ con le basi americane di istanza
a Pattaya e Bangkok durante la Guerra del Vietnam. Fino a pochi anni fa,
tuttavia, i degenerati di tutto il mondo venivano a sfogare la loro libido sui
giovani corpi thailandesi".
Il rischio di normalizzazione della pedofilia e degli abusi
sui minori, collegato all'ipersessualizzazione in atto e alla sessualizzazione
dell'infanzia in corso, è dunque in aumento vertiginoso ed è qualcosa contro
cui l'opinione pubblica dovrebbe movimentarsi, a tal proposito, invito a
leggere quanto segue:
«Solo alcuni casi: chi non ricorda che in Olanda, nel 2006,
era nato il partito dei pedofili? Il programma: sesso libero dai 12 anni.
“Migliaia di messaggi di protesta”, scrivevano i giornali. Però intanto se ne
parla. E le “finestre di Overton” non mancano: «Educare significa anche far
conoscere il sesso ai bambini», ha dichiarato uno dei fondatori. Siamo già alla
fase quattro.
Andiamo avanti: nell’ottobre 2008, Frédéric Mitterrand,
nipote dell’ex presidente, omosessuale e ministro della Cultura francese, è
stato accusato dal quotidiano Front National e dal Partito Socialista, di aver
difeso, tra gli altri, Roman Polanski condannato per pedofilia e di aver
scritto un libro (nel 2005) in cui rivela orgogliosamente atti pedofili durante
un suo tour sessuale in Thailandia. Dalla parte dell’intellettuale laico si è
schierato il leader dei Verdi franco-tedeschi Daniel Cohn-Bendit, già difensore
della pedofilia (Cfr. Il Giornale e EuroNews). Parliamo di Mitterrand, mica
dell’ultimo arrivato o di un ex galeotto: un uomo di potere, di classe, colto
ed elegante, che ha rappresentato milioni di francesi, stimato e riconosciuto a
livello internazionale.
Ancora: nell’aprile 2010 apprendiamo da La Repubblica la
notizia di abusi sessuali in una esclusiva scuola per vip nei pressi di
Francoforte. L’ultimo caso risale al 1999 e sono almeno 40 le vittime degli
abusi messi in atto “da più di otto insegnanti”, ma parla anche di “spaventosi
abusi tra studenti”, forse a sottolineare la qualità dell’educazione ricevuta
in questi posti. Almeno quattro studenti abusati si sono suicidati dopo aver
terminato gli studi. Si tratta della Odenwaldschule, una scuola che promuove
l’auto-determinazione della personalità e l’educazione anti-autoritaria. Nella
scuola è utilizzato il “tu” agli insegnanti e nell’ora di educazione fisica,
ragazzi e ragazze, devono essere sempre senza vestiti, con lo scopo di
liberarsi dalla morale (Cfr. Wikipedia e 40 vittime di abusi in una scuola
laica tedesca).
E potremmo proseguire con altri numerosi esempi.
E che dire – ancora una volta – delle piroette del DSM
(manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali)?
Nel Novembre 2013, improvvisamente, sembra che per gli
psichiatri americani impegnati alla redazione del DSM la pedofilia possa essere
derubricata a mero “orientamento sessuale”. Dopo i cori di immediate proteste,
si comincia a parlare di “un piccolo errore della American Psychological
Association” che, nell’effetto farfalla, si è riverberato facendo parlare ed
indignare buona parte degli Stati Uniti. Ma l’APA, nell’ultima versione del
manuale del Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders, il documento
che certifica tutte le devianze mentali conclamate, ha spiegato che la
pedofilia ora è chiamata «disordine pedofilo», al fine di conservare la
coerenza della definizione in relazione al altri disturbi. Ma di fatto, come
scrive Giulio Meotti dalle pagine de Il Foglio (5 novembre 2013) «dopo le
accuse di aver normalizzato la pedofilia, l’Associazione degli psichiatri ha
detto che rettificherà il nuovo manuale, distinguendo stavolta fra “pedofilia e
disordine pedofiliaco”. Se la seconda resta una patologia psichiatrica, la
prima diventerà invece “un orientamento normale della sessualità umana”. Il
discrimine è nella mano che accarezza?».
Riferimento ad alcune FONTI:
https://www.ilsole24ore.com/.../pedofilia-telefono...
https://www.difesapopolo.it/.../Minori-e-abusi-negli...
https://www.interno.gov.it/.../monitoraggio-dei-reati...
https://www.savethechildren.it/.../gaza-almeno-21-mila....
https://www.rsi.ch/.../Ucraina-il-dramma-dei-bambini...
https://www.adir.unifi.it/rivista/2004/furfaro/cap2.htm
https://www.provitaefamiglia.it/.../gender-lgbt-e...
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