27 dicembre 2024

TENEREZZA E UMORISMO GRAMSCIANO

 




TENEREZZA E UMORISMO GRAMSCIANO



      Nel mio ultimo libro EREDITA' DISSIPATE, nella parte

 dedicata alla vita e all'opera di Antonio Gramsci, ho cercato

 sommariamente di sottolineare, accanto al rigore del suo

 pensiero, l'umanità e la tenerezza del grande sardo.

       Oggi voglio ricordare una delle prime lettere scritte da

 Gramsci in carcere alla madre che mostra, senza tante

 parole, la sua statura umana. (fv)



[Lettera alla madre del 25 aprile 1927]

La mia vita scorre sempre uguale. Leggo, mangio, dormo e penso. Non posso fare altro. Tu però non devi pensare a tutto ciò che pensi e specialmente non devi farti illusioni. Non perché io non sia arcisicuro di rivederti e di farti conoscere i miei bambini (riceverai la fotografia di Delio, come ti ho annunziato; ma Carlo non te ne aveva consegnata una nel 1925? quando Carlo venne a Roma? e Chicchinu Mameli ti aveva dato uno scudo di argento che avevo mandato a Mea perché si facesse fare un cucchiaino? e una tabacchiera di legno speciale per te? — mi sono sempre dimenticato di domandarti queste cose), ma perché sono anche arcisicuro che sarò condannato e chissà a quanti anni. Tu devi capire che in ciò non c’entra per nulla né la mia rettitudine, né la mia coscienza, né la mia innocenza o colpevolezza. È un fatto che si chiama politica, appunto perché tutte queste bellissime cose non c’entrano per nulla. Tu sai come si fa coi bambini che fanno la pipí nel letto, è vero? Si minaccia di bruciarli con la stoppa accesa in cima al forcone. Ebbene: immagina che in Italia ci sia un bambino molto grosso che minaccia continuamente di fare la pipí nel letto di questa grande genitrice di biade e di eroi; io e qualche altro siamo la stoppa (o il cencio) accesa che si mostra per minacciare l’impertinente e impedirgli di insudiciare le candide lenzuola. Poiché le cose sono cosí, non bisogna né allarmarsi, né illudersi; bisogna solo attendere con grande pazienza e sopportazione.[…]


ANTONIO GRAMSCI 


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