Milioni di anni fa il pianeta terzo dal Sole, cioè la Terra, era popolato da mostri terribili, quasi tutti carnivori: i dinosauri. Astutamente l'animale uomo si era ben guardato dal fare la sua comparsa in un mondo così ostile. Poi un meteorite, grande come una portaerei americana, ha centrato il pianeta, cambiando completamente il clima. I mostri sono scomparsi e si è fatta avanti una specie di scimmietta, brutta, invidiosa, ma intelligentissima: l'uomo.
Passa un altro milione d'anni. La scimmia perde il pelo, ma si annoia. La sua memoria genetica sente la mancanza di un grande pericolo come un tirannosauro rex. Ed eccolo finalmente, qualcosa che potesse movimentare e rovinare la qualità della sua vita: le feste di Natale. Questo evento vagamente drammatico era una festa religiosa. Prima da noi era la festa dei presepi, sostituiti maldestramente, da abeti natalizi, poi da Babbi Natale vestito da Babbi Natale con slitta e renne, animali che vivono abitualmente in provincia di Caserta. Ma questo sarebbe anche sopportabile. Ma è la qualità della vita che diventa oscena. In questa settimana santa, le automobili s'incolonnano istericamente verso il centro di paesi e città.
Quelli che cadono nella trappola, e sono quasi tutti, si tamponano, si scontrano, si sputano in mezzo agli occhi, si martellano e si uccidono a coltellate. Sono tutti particolarmente inferociti, perché ci sono pochi soldi. Girano quindi pieni di pacchi vuoti, ma multicolori.
Un marito di Faenza è tornato a casa con un pacco di carta argentata. Lo consegna alla moglie: «Buon Natale amore... Ti amo!». Lei: «Che c'è dentro?». Lui: «Nulla... basta il pensiero!» e lei lo ha accoltellato.
Paolo Villaggio , IL BENPENSANTE su il manifesto del 16.12.2011
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