10 dicembre 2011

SOGNI GRANDI

“Nei giorni dispari mi sveglio polemico, ma in quelli pari, i miei preferiti,
prevale il desiderio di credere in qualcosa. Oggi è un giorno pari e lo
sguardo scorre al vertice europeo, in cerca di un guizzo che dovrebbe
esserci e non c'è. Non c'è anzitutto nel cuore di chi governa. Ma li avete
visti, i leader di questo continente che ha guidato il mondo per millenni?
Anche i migliori sono burocrati persi fra i loro numeri e le loro micragne
di bottega. Nessuna visione, nessuna ribellione a un destino che sembra
segnato: la perdita di senso e quindi di benessere. Sembrano medici alle
prese con un malato di cui al massimo si può ritardare la fine. Aveva dunque
ragione Montanelli quando negli Anni Cinquanta sosteneva che l'Europa era un'unione
di cadaveri e che a volerla erano stati De Gasperi, Adenauer e Schuman, tre
cristiani più interessati al destino dei morti che a quello dei vivi?

Non erano affatto morti quegli statisti che sapevano fare sogni grandi, a
differenza dei loro pallidi successori. E non sono morti i tanti ventenni
che oggi girano l'Europa col progetto Erasmus, e parlano tre lingue, e si
sentono a casa a Valencia come a Berlino. Uniti, uniti davvero, potremmo
ancora sentire il vento della storia soffiarci alle spalle e non contro. Una
civiltà va in malora solo quando smette di credere alla propria fortuna.
Abbiamo la cultura, la sapienza, il talento e la faccia tosta per sguazzare
nel mondo che cambia. Ci manca una cosina da niente: una classe dirigente
che alzi finalmente la testa da tutti quei tabulati per indicarci un
traguardo comune.”

Massimo Gramellini su LA STAMPA di oggi. http://www.lastampa.it/_

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