26 dicembre 2011

Nuovi contributi alla storia di Marineo

Le storie di Marineo circolate per lungo tempo sono state segnate da una forte impronta agiografica. Una netta svolta è avvenuta nel 1986 con la pubblicazione, da parte della casa editrice La Luna di Palermo, del Ricorso della Signora Giovanna Cirillo, vedova Rampolla del Tindaro, che ha fatto conoscere al grande pubblico alcuni retroscena delle lotte di potere che hanno lacerato il paese nella seconda metà dell’ 800 fino alla strage del gennaio 1894 in cui - sotto il fuoco incrociato della Guardia Regia, dei campieri e delle guardie municipali – persero la vita 18 persone.

Giovanna Fiume, docente di storia moderna all’Università di Palermo, aveva già dato un importante contributo alla migliore conoscenza della storia del paese, curando l’introduzione al libro pubblicato dalla suddetta casa editrice con il titolo Suicidio per mafia. Ad esso rimanda la stessa Autrice nella nota introduttiva al suo nuovo studio, ancora fresco di stampa - Le regole del gioco. Liste degli eleggibili e lotta politica a Marineo (1818-1859), Adarte Editori, Palermo 2011 - per tornare ad evidenziare lo stretto legame che ha contrassegnato la vita politico-amministrativa del paese col potere mafioso.

Quest’ultimo lavoro, realizzato anche grazie alla collaborazione di giovani studiosi, ricostruisce, attraverso una meticolosa ricerca d’archivio, il processo di formazione dei gruppi dirigenti del paese, attraverso l’analisi delle liste degli eleggibili alle cariche pubbliche. Dall’analisi delle dieci liste rintracciate, risalenti al periodo 1821-1858, vengono individuati i singoli soggetti e le famiglie che hanno governato Marineo nel corso della prima metà dell’800. Salta agli occhi la ricorrenza di certi nomi – i Cangialosi, i Caldaroni, i D’Angelo, i Di Marco, i Fiduccia, i Patti, i Perrone, i Raimondi, i Triolo, ed altri – che, significativamente, nonostante le diverse stagioni politiche, conservano le loro posizioni di potere anche dopo la caduta dei Borboni. Viene, inoltre, evidenziato il frequente “ricorso alla violenza” e, soprattutto, il “vischioso intreccio tra vecchio e nuovo con il peso di faide, parentele e clientele”. Impressionante risulta infine un rapporto steso nel 1852 da un Magistrato che così rappresenta il paese: “ La crassa ignoranza , l’immoralità, l’ipocrisia regnano in tutte le classi. Il tradimento, la calunnia, la rapina, gli eccidi sono le virtù che si conoscono, il vandalismo è il nume che si adora dai più[…]. Se si spegnessero tutti i malvagi che si annidano quassù, deserto diverrebbe il paese”.(pp. 151-152).

Dopo la lettura di questo saggio non posso che ribadire quanto mi capitò di notare all’indomani della pubblicazione del Suicidio per mafia: le piccole storie, ben documentate, aiutano a comprendere la grande storia meglio di tanti trattati e di tante enciclopedie.

Francesco Virga

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Recensione del libro di Giovanna Fiume, Le regole del gioco. Liste degli eleggibili e lotta politica a Marineo (1818-1859), Adarte Editori, Palermo 2011.

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