15 luglio 2021

ARCHIVIO DELLA MEMORIA: "Avanti Popolo!" (Vincenzo D'Aversa)

 




Questo blog è nato nell' agosto del 2011. E, dal momento che stanno per scorrere i primi dieci anni di vita di questa iniziativa, voglio riproporre uno dei tanti  documenti-video originali che abbiamo prodotto, tramite i quali, ci proponevamo di ricordare, con le stesse parole di testimoni diretti, gli anni dell'ultimo dopoguerra in Sicilia. L' idea in origine, discussa e realizzata insieme ad Ezio Spataro e Ciro Guastella, era di creare una sorta di ARCHIVIO DELLA MEMORIA per ricordare quello che i libri di storia non raccontano.

Il protagonista di questo racconto è VINCENZO D'AVERSA (1928-2015). Alla fine della II guerra mondiale Vincenzo aveva poco più di vent'anni e, come tanti giovani contadini siciliani, poteva trovare lavoro soltanto nei feudi controllati dalla mafia. La sua testimonianza per noi ha un valore straordinario dal punto di vista linguistico, storico e sociale. Da quest' ultimo punto di vista  dimostra come, anche in quel periodo, chi sapeva tenere la testa alta riusciva a non soccombere. (fv) 

PS

E' bello ricordare il nostro caro amico Vincenzo che nell'estate di 10 anni fa nei pomeriggi afosi ci ha inebriato con i suoi preziosissimi e divertenti racconti. Fu un estate ricca sotto tutti i punti di vista e l'amicizia che ne nacque riuscì ad abbattere le distanze generazionali che ci dividevano. Dai suoi racconti si poteva quasi toccare con mano le esperienze che aveva vissuto nella sua vita di contadino, anche se ai suoi tempi la realtà era abbastanza dura e quindi difficile da comprendere senza la diretta esperienza. Oggi la condizione lavorativa per certi versi è pure fatta da iurnateri e gabelloti e ora come allora tutto sembra normale come deve essere. Magari tra 50 anni sembrerà anche questa una realtà ingiusta e in mano a quattro gabelloti al soldo di qualche mafioso.  

Ezio Spataro

1 commento:

  1. E' bello ricordare il nostro caro amico Vincenzo che nell'estate di 10 anni fa nei pomeriggi afosi ci ha inebriato con i suoi preziosissimi e divertenti racconti. Fu un estate ricca sotto tutti i punti di vista e l'amicizia che ne nacque riuscì ad abbattere le distanze generazionali che ci dividevano. Dai suoi racconti si poteva quasi toccare con mano le esperienze che aveva vissuto nella sua vita di contadino, anche se ai suoi tempi la realtà era abbastanza dura e quindi difficile da comprendere senza la diretta esperienza. Oggi la condizione lavorativa per certi versi è pure fatta da iurnateri e gabelloti e ora come allora tutto sembra normale come deve essere. Magari tra 50 anni sembrerà anche questa una realtà ingiusta e in mano a quattro gabelloti al soldo di qualche mafioso.

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