La riflessione/inchiesta di Piero Melati su Il Venerdì di Rep. sul grande Romanzo che non c'è sin da Petrolio, e che comunque uscì solo dopo 17 anni mancando proprio gli anni 70, mette un grande punto su verità storico-giudiziaria (stragi 70 ma anche stragi post) e letteraria che arrancano in questo paese, su quegli anni. Motivo per cui in molti vi si avvinghiano intorno, ma pochi vanno al cuore, e questo a mio parere è anche parte del motivo dello stallo letterario e storico -giudiziario che impatta sui giornali sulla crisi che stanno vivendo, più che sulla TV dove è concesso soprassedere, semplificare e andare meno a fondo e che a volte invece fa meglio dei primi.
Sulla carta (inteso anche on line) no. Letteratura e verità storica (mancata, affossata o solo sfiorata dal potere giudiziario) sono -che piaccia o no , che roda o no- legati tra loro in questo paese in un nodo che è ancora ben stretto.
Il cuore irrisolto di questo paese, Moro e Pasolini, non lo tocca nessuno dei grandi giornali, non come dovrebbe essere toccato e sì, mancando magari pure volontariamente o meno di riconoscerlo a chi quel cuore per lo meno lo ha più che sfiorato: per autocensura, per censura e (meno) per mancanza di capacità.
Di fatto poi per quel che attiene alla letteratura in sé, l'unico vero romanzo sul potere benché incompiuto lo ha scritto Pasolini come mostra chiaramente Piero, e questo quanto molesta.
Qui solo un estratto, il resto sul Venerdì.
Dal diario fb di SIMONA ZECCHI
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