26 febbraio 2023

ALBA DE CESPEDES PER LA LIBERTA' DELLE DONNE 1 e 2

 


Brani tratti da un racconto scritto quando, nella legislazione italiana, non era prevista la possibilità di divorziare. (fv)


«Ma, una volta sposata, non sarai mai più libera, neanche nel tuo intimo. Ne conosco...» sospirò, crollando la testa: «o sono devastate, sorridenti e vuote come bambole, oppure resistono alla devastazione e, per resistere, devono acquisire una forza mostruosa. È il caso peggiore: divengono blocchi di pietra, rocce, contro le quali chiunque si ferisce... Dimmi: hai pensato che un uomo avrà il diritto di entrare nella tua camera anche di notte, di metterti le mani addosso quando gli piacerà? E tu avrai il dovere di soddisfarlo. Il dovere!... Come si può parlare di dovere o di diritto, per un corpo umano? Disporre di qualcosa che è animato dallo spirito come di un oggetto inanimato? [...] 

A casa, ormai, non si può più tornare. I genitori non dovrebbero mandarci in città. Dopo, anche se torniamo, siamo cattive figlie, cattive mogli. Chi può dimenticare di essere stata padrona di se stessa? E, per i nostri paesi, aver vissuto sole in città vuol dire essere donne perdute. Quelle che sono rimaste, che sono passate dall'autorità del padre a quella del marito, non ci perdonano di aver avuto la chiave della nostra camera, di uscire e di entrare all'ora che vogliamo. E gli uomini non ci perdonano di aver studiato, di saperne quanto loro».

- Alba de Céspedes, Nessuno torna indietro



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