Breve guida per chi non ha ancora letto Etty Hillesum
Come
gli altri molti suoi fan sparsi per il mondo, penso che la
ventinovenne olandese Etty Hillesum, se fosse sopravvissuta ad
Auschwitz e avesse potuto invecchiare, sarebbe diventata una
grandissima scrittrice. Una tipa da candidatura al Nobel, oppure una
filosofa di quelle che poi si studiano all’università per gli
esami. Comunque, il destino di Hillesum, dopo la morte, l’ha
portata a una grande e strameritata notorietà. Soprattutto per via
delle sue memorie. Un Diario,
denso di saggezza, e pieno zeppo di cose da sottolineare a matita (e,
meglio ancora, ricopiare, sviluppare, ripensare). In Italia il libro
è pubblicato dall’Adelphi.
Se mai l’avete letta, la vastità della ricchezza interiore di Hillesum vi sorprenderà. E non soltanto per le riflessioni in presa diretta sul periodo storico raccontato. In questa scrittura c’è qualcosa che va ben al di là del suo tempo: Hillesum, almeno a mio avviso, sarebbe stata capace di scrivere uno straordinario libro di memorie anche se fosse vissuta in un’epoca di pace.
Primo suggerimento:
Prima
di addentrarvi nel libro, documentatevi brevemente sulla biografia di
Hillesum: la trovate nei risvolti, ma anche quella su
Wikipedia,
per farvi un’idea, può bastare. Queste informazioni vi aiuteranno
a capire meglio alcuni passaggi dei diari, come i trasferimenti da un
luogo all’altro, l’episodio in cui lei abortisce volontariamente,
l’amicizia con lo psicologo S. (il tedesco Julius Spear, quasi un
deuteragonista del libro).
Quali libri leggere
Attenzione,
del Diario esistono
due edizioni:
– la
più conosciuta e diffusa,
una selezione di testi per un totale 260 pagine;
–
quella integrale,
di ben 922 pagine, con foto e vari materiali. Un po’ troppo grossa,
per me, e con parecchie annotazioni forse comprensibili solo a
Hillesum e ai suoi amici o familiari.
Io, si è già capito,
consiglio di partire dalla prima, e poi, semmai, di passare alla
seconda, come potrebbe accadere a chi si affeziona all’autrice e,
scorse le righe finali, voglia trascorrere ancora del tempo in sua
compagnia.
Del Diario c’è
anche una riduzione
in audiolibro realizzata
dalla trasmissione Ad
alta voce di
Radio Rai3.
Anche delle Lettere,
scritte tra il 1941 e il 1943, esistono due versioni: una
di 149 pagine (1942-43)
e un’integrale di
269 pagine.
I libri che Hillesum leggeva
Hillesum
era una lettrice vorace, e nei diari e nelle lettere compaiono spesso
libri altrui, come se lei volesse consigliarli. In particolare quelli
di Rilke,
il suo idolo. E di Dostoevskij,
che lei, figlia di madre russa, si diletta a tradurre come se fosse
un esercizio spirituale, una meditazione. Poi Jung,
sempre sulla scrivania.
Di fianco, i testi biblici, sia il
Vecchio che il Nuovo Testamento. Ma la religione della non osservante
Hillesum, è molto particolare, sembra più un dialogo con se stessi,
un’autopsicoterapia. Per certi versi, piacerebbe anche a panteisti,
agnostici ed atei: lo capirete leggendo.
La geografia di Etty Hillesum
Se
capitate in Olanda, i luoghi del libro e dove la scrittrice visse,
sono visitabili:
– A Middelburg, nella Zelanda, c’è
la Etty
Hillesum Huis,
la sua casa di nascita, oggi museo culturale. Il sito
web è
in olandese ma potete facilmente tradurlo con Google Translate o
simili.
– A Deventer,
la cittadina dove la scrittrice è bambina e adolescente – e dove
torna da adulta, come racconta nel libro – c’è l’Etty
Hillesum Centre.
Non è la sua abitazione, descritta nel Diario,
ma un’ex sinagoga.
– La casa
di Etty Hillesum ad Amsterdam si
trova al numero 6 di Gabriël Metsustraat, a circa mezz’ora a piedi
da un’abitazione letteraria famosa, ossia quella di Anne Frank, e a
pochi passi dal museo di Van Gogh e dal Vondelpark.
–
Infine, sempre nei Paesi Bassi, a sud di Groningen, sorge il museo
storico di Westerbork,
con ciò che resta del campo nazista, da cui Hillesum scrisse le
ultime memorie e lettere.
DA https://gruppodilettura.com/2023/01/24/etty-hillesum/
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