UNA STORIA CHE DIVIDE ANCORA
Il vecchio principio di autorità non mi è mai piaciuto. Anche per questo trovo sospetto il conformismo con cui la casta accademica si è schierata compatta accanto ai Proff. emeriti Giovanni Fiandaca e Salvatore Lupo contro il giornalista Saverio Lodato.
Premetto che non ho visto - anche perché ho sigillato da tempo il mio vecchio televisore - la trasmissione televisiva in cui il giornalista pare che abbia attaccato i due illustri professori universitari. Conosco però da tempo la polemica, sfociata nei due libri sopraindicati, che ha diviso le due parti.
A non convincermi è stata soprattutto la difesa corporativa dei due accademici. Anche per questo oggi voglio dare spazio al solitario e coraggioso intervento del Prof. Bernardo Puleio:
COME E' NATA LA REPUBBLICA ITALIANA
E' tutto un proliferare di sostegni dati allo storico Salvatore Lupo che "scientificamente" avrebbe dimostrato che la mafia non avrebbe avuto nulla a che vedere con la presenza degli americani in Sicilia nel 1943. Indubbiamente avrà ragione il professore Lupo ma chi ha letto Michele Pantaleone e Leonardo Sciascia conosce tutta un'altra storia: gli americani giunsero nell'isola con la lista dei sindaci mafiosi da mettere a capo dell'isola; inizialmente mafiosi e alcuni separatisti volevano fare dell'isola una colonia americana (poi gli americani avrebbero dirottato la loro attenzione verso alcuni politici democristiani, abbandonando i separatisti); che l'operato di americani e mafia fu unitario in funzione anticomunista; che la mafia ebbe il compito di realizzare una "polizia" parallela che sterminò i sindacalisti rossi in piena convergenza di interessi americani. Persino l' Istituto Gramsci Siciliano sembra che l'abbia dimenticato. Da che parte stai Istituto Gramsci Siciliano? Rinneghi i tuoi martiri, vittime di quella convergenza? -
Comunque a proposito di documenti che attestano la convergenza di mafia e americani ecco quanto ha tirato fuori nel 2004 il compianto prof. Nicola Tranfaglia, in un testo straordinario, Come nasce la Repubblica. La mafia, il Vaticano e il neofascismo nei documenti americani e italiani 1943/1947 , Bompiani editore. 2004
L'accordo tra americani e mafia fu totale. Ecco alcune schede mie tratte dal libro del professore Tranfaglia.
Mafia e americani, due tipi di mafia. Il documento del 13 agosto 1943 è redatto dall’OSS (Office of strategic services, con una certa approssimazione l’antenato della Cia) ed è indirizzata all’Oss di Algeri (pp. 91-99), p. 94:
“Per quanto riguarda le nostre attività in Sicilia, non dobbiamo mai dimenticare che la mafia gioca un ruolo importante. La mafia, a sua volta, è divisa in due tendenze: quella alta (composta da intellettuali e professionisti) e quella bassa, in cui troviamo elementi che svolgono lavori di manovalanza (ne fanno parte anche i borsaioli e i criminali). Solo la mafia è in grado di sopprimere il mercato nero e di influenzare i contadini, che costituiscono la maggioranza della popolazione”.
Quindi l’analisi si sposta sul conflitto sociale e la possibile rivoluzione che potrebbe scoppiare, p. 95:
“In questo paese vi è un conflitto sociale che, da un giorno all’altro, potrebbe sfociare in una serie di sommosse popolari, e, forse, in una rivoluzione. Per vent’anni, la popolazione ha sofferto una terribile oppressione, e negli ultimi tre anni è stata messa a dura prova dalla mancanza di beni di prima necessità come il pane, la pasta, l ‘olio, il sapone e l’abbigliamento. Le città sono state quasi completamente distrutte e molti villaggi rasi al suolo. Migliaia di persone hanno quindi perduto le loro case e soffrono di denutrizione. In molte aree sono scoppiate delle epidemie. Subito dopo il nostro arrivo, nessuno ha messo mano al governo delle varie comunità. Non si è provveduto all’epurazione delle autorità fasciste, come si era pensato all’inizio. Il risultato è che, come liberatori, perdiamo credito di giorno in giorno. La frase "Per ogni fascista che se ne va, uno nuovo ne arriva” è diventata un’espressione comune. Il popolo ci ha accolti a cuore aperto e con sincerità, poiché la nostra propaganda e la nostra reputazione lo avevano convinto che arrivavamo come liberatori, non come conquistatori. La Sicilia non è stata liberata dal fascismo. I fascisti sono ancora al potere e il popolo li vuole cacciare. Fino a quel momento il popolo si rifiuterà di credere alle nostre parole. Molti sono disposti a soffrire la fame purché i fascisti siano rimossi dai loro incarichi. Si ripete la medesima situazione dell’Africa settentrionale, con l’eccezione che in Sicilia la popolazione non aspetterà che noi provvediamo ai necessari cambiamenti”.
La situazione alimentare è disastrosa, pp. 95-6:
Dal punto di vista economico, è probabile che nell’isola si verifichi una carestia nell’arco del prossimo inverno [1944], a meno che gli alimenti non vengano importati. Alimenti basilari, come il pane e la pasta, (senza i quali i siciliani non potrebbero vivere) vengono distribuiti in razione da sussistenza. La piaga della situazione alimentare è il mercato nero. Il salario di un lavoratore è di L. 40 al giorno. Nei centri di distribuzione, il pane viene venduto a L. 3,60 al chilo (quando si trova). Ma la maggioranza della popolazione è costretta a comprarlo alla borsa nera a un prezzo che oscilla tra L. 20 e L. 25 al chilo. A queste condizioni, un lavoratore non è in grado di mantenere una famiglia. La borsa nera si estende anche ad altri generi di prima necessità e non si è fatto alcun serio tentativo per eliminarla. […] per acquistare un po’ di pane, le persone sono obbligate a stare in fila dalle prime ore del mattino fino a tarda notte. Una nostra indagine ha rivelato che le code si formano alle 11.00 di sera. Le persone rimangono i fila fino alle 7 .30 del mattino successivo. Uomini, donne e bambini, troppo poveri per acquistare il pane ai prezzi del mercato nero, vengono presi a calci, spintonati e insultati dalla polizia locale, che urla loro: “Avete applaudito all’arrivo degli americani ed ecco il risultato!”
Abbiamo riferito la circostanza all’Amgot, che non ha potuto fare a meno di licenziare sette agenti della pubblica sicurezza. Abbiamo insistito, dicendo che il licenziamento dei sette uomini non era sufficiente. Ci è stato quindi chiesto, se per caso, non eravamo a favore della cancellazione di tutte le forze di polizia, e, in modo enfatico, abbiamo risposto di sì. I motivi? Gli agenti della pubblica sicurezza e gli squadristi costituivano il braccio armato del regime fascista. Sono le stesse persone che negli ultimi vent’anni hanno mantenuto al potere il fascismo con la violenza, il terrore e il manganello. E ora si vantano pubblicamente “di avere comandato in passato, di comandare ora e che occorre soltanto più manganello”. Li consideriamo quindi pericolosi per la nostra sicurezza.
Situazione a Montelepre, 2/01/1944 (fonte agente Z., con la collaborazione di un italiano bene informato, pp. 106-08). Giuliano capitana una banda di trenta elementi, uccide il poliziotto Mancini, ma le forze dell’ordine hanno gravi colpe, chiesti dalle forze dell’ordine cento elementi per sgominare la banda, p. 107:
[…] il comandante, colonnello Lauro Andreoli, ha replicato che cento uomini sono troppi per catturare trenta banditi. Per portare a termine la missione ne ha quindi inviati quaranta.
I ladri si sono fatti beffe del piccolo gruppo inviato a catturarli e, dopo un feroce scontro a fuoco, sono riusciti a sopraffare i poliziotti. Il bandito più coraggioso ha raggiunto la piazza del paese e ha iniziato a sparare contro le case. All’arrivo di un poliziotto, il delinquente ha perso il controllo e lo ha ucciso con una sventagliata di mitra.
Se fosse stato inviato a Montelepre un maggior numero di uomini per la cattura della banda che ha commesso ogni sorta di atrocità, si sarebbe potuto evitare l’assassinio dell’agente.
Vincent Scamporino, il 31/03/1944 informa (pp.130-7) circa una rivolta scoppiata a Partitico per la fame, pp. 112-3: si tratta di una specie di assalto ai forni, prima è incendiata l’anagrafe e il 30 marzo dopo alcuni tafferugli muore il maresciallo dei carabinieri Scaglione, mentre la folla inferocita, libera settante detenuti dalla prigione. Importante la conclusione, p. 113:
Secondo informazioni in nostro possesso, la sommossa è stata provocata dalla mafia e dai comunisti. Le locali forze di polizia non sono riuscite ad impedirla, né sono state in grado di fornire alcun nominativo agli ufficiali giunti a Partinico.
Il 6/09/1944 vengono redatte alcune note sul separatismo, prendendo come modello alcune osservazioni del professore comunista Giuseppe Montalbano, viene quindi riferito della riunione a cui ha partecipato l’allora alto commissario per la Sicilia, il democristiano Salvatore Aldisio, alla presenza di alcuni democristiani di ispirazione separatista e di Calogero Volpe<< il medico di Mussomeli (Caltanissetta), nonché alto leader della mafia, che ha recentemente accompagnato Aldisio nel suo viaggio aereo a Roma. Il dott. Volpe è intimo amico del cavalier Calogero Vizzini, l’attuale capo del Fronte democratico per l’ordine siciliano (Fdos) e presunto numero uno della mafia >> (p. 131). Quindi continua il documento, p. 131:
I membri di questo partito [Fdos] portano coccarde con la forma e i colori della bandiera americana, con al centro l’isola siciliana. I suoi leader sono tutti membri e ” luogotenenti” dell’alta mafia. (Nicola Tranfaglia, Come nasce la Repubblica, op. cit.)
Prof. Bernardo Puleio
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