05 aprile 2023

B. PULEIO: CONTINUITA' TRA REGNO LIBERALE SABAUDO E REGIME FASCISTA

 


Bernardo Puleio ha ragione nel sottolineare la sostanziale continuità tra la politica sabauda che condurrà alla fittizia unità nazionale e la politica fascista. Non a caso il re sabaudo, nell'ottobre del 1922, di fronte alla “Marcia su Roma” dei fascisti, diede l'incarico a Benito Mussolini per formare un nuovo Governo, invece di arrestarlo e dichiarare lo Stato d'Assedio.

Sulla continuità sostanziale tra il finto regime liberale sabaudo e il regime fascista esiste una vasta e autorevole letteratura critica, basti rileggere Gobetti, Dorso, Gramsci, Borgese, per certi versi gli stessi Benedetto Croce e Giovanni Gentile. (fv)

Assonanze

di Bernardo Puleio

Ciccio Tumeo nel Gattopardo di Tomasi si mostra sconcertato perché al plebiscito farsesco ha comunque votato contro l'annessione, ma del suo voto non resta traccia: miracoli della matematica piemontese.

Nel 1866 il governo italiano sdegnosamente rifiutò la cessione che l'Austria avrebbe effettuato, senza sparare un colpo, del Veneto tramite la Francia: sarebbe stato lesivo della nostra onorabilità. E quindi si fece la guerra. A Lissa, un'isola vicino Trieste, almeno due ammiraglie della flotta italiana furono affondato. Il governo italiano ci ripenso subito e chiese che il Veneto fosse ceduto. L'onore ormai era perso. Quand'è lo studente liceale della battaglia di Lissa si faceva un minimo cenno. E non mi capacitavo come fosse possibile perdere da una nazione che neanche sapeva che cosa fosse il mare. Poi ho approfondito la questione e forse ho anche capito perché i libri di storia dicevano il meno possibile della battaglia di Lissa. La flotta asburgica si avvaleva degli espertissimi marinai veneti, i quali con grandissima incazzatura di Garibaldi combatterono lealmente contro il governo e il regno italiano. Anzi, al momento dell'affondamento del re d'Italia, i marinai veneti gridarono "Viva San Marco". Si capisce bene che date queste premesse a Torino il Monarca non voleva concedere i Plebiscito che ratificasse l'ammissione temendo chissà quali esiti. Ma poi rifecero i conti secondo la dottrina della matematica piemontese e risultò che soltanto allo 0,1% dei veneti aventi diritto al voto si schierò contro l'annessione. Ma come? gli stessi veneti che avevano affondato con giubilo le navi italiane e avevano gridato per San Marco votarono tutti compatti, tipo maggioranza bulgara, per l'annessione?

A Roma l'Esercito Italiano non fu ben visto, né ben accolto. Anche lì si fece un plebiscito farsesco e risultò che soltanto 46 laziali erano per il Papa, nella città del Papa. Di questi risultati Rise tutto il mondo, ma la matematica piemontese è una scienza occulta, direi quasi esoterica.

Ed ecco adesso il tema delle assonanze. Non stupisce che il più degno erede della matematica piemontese, il maestronzo di Predappio, Benito Mussolini, abbia applicato teorie analoghe ai Plebisciti piemontesi.

Dal discorso che costò la vita a Matteotti tenuto nel parlamento il 30 maggio 1924:

MATTEOTTI. Onorevoli colleghi, ad un comunista, potrebbe essere lecito, secondo voi, di distruggere la ricchezza nazionale, ma non ai nazionalisti, nè ai fascisti, come vi vantate voi!

Si sono avuti, dicevo, danni per parecchi milioni, tanto che persino un alto personaggio che ha residenza in Roma, ha dovuto accorgersene, mandando la sua adeguata pro- testa, e il soccorso economico.

In che modo si votava? La votazione avvenne in tre maniere: l'Italia è una, ma ha ancora diversi costumi. Nella valle del Po, in Toscana e in altre regioni che furono citate all'ordine del giorno del presidente del Consiglio per l'atto di fedeltà che diedero al Govermo fascista, e che prima erano state organizzate presso i contadini dal partito socialista, o dal partito popolare, gli elettori votavano sotto controllo del partito fascista, con la regola del tre. Ciò fu dichiarato e apertamente insegnato, persino da un prefetto, dal prefetto di Bologna: i fascisti consegnavano agli elettori un bollettino contenente tre numeri o tre nomi, secondo i luoghi, (Interruzioni) variamente alternati, in maniera che tutte le combinazioni, cioè tutti gli elettori di ciascuna sezione, uno per uno, potessero essere controllati e riconosciuti personalmente nel loro voto.

BERNARDO PULEIO




Nessun commento:

Posta un commento