03 gennaio 2023

NIETZSCHE E PIRANDELLO VISTI DA CARLA GENTILI

 


"Nietzsche diceva che i Greci alzavano bianche statue contro il nero abisso, per nasconderlo. Sono finiti quei tempi. Io le scrollo, invece, per rivelarlo."
Luigi Pirandello
(in un'intervista del 1936)

Se i Greci sentivano la necessità di nascondere il "nero abisso", cioè sentivano il bisogno di dimenticare, significa che il nero abisso era lì accanto, a portata di ... memoria. Significa che ricordavano fin troppo bene. Bastava guardare verso l'altra faccia di Apollo Delfico. Verso Dioniso.
Pirandello invece sa che nella civilizzazione avanzata, cioè nell'età del trionfo della tecnica, la rimozione della natura è diventata gigantesca, immane, irreversibile, o quasi. E l'animale uomo è diventato sempre più malato e sempre più feroce. Non ri-conosce più la fragilità trasparente della bellezza. Le sue opere ne sono ormai prive. Si crede onnipotente. Eppure non sa consolarsi. Quindi si trova nella necessità di ricordare, di recuperare la coscienza di quell'orrore originario che si porta dentro. Per guarire ( se possibile) dal delirio di onnipotenza. E recuperare la coscienza del limite, della misura, e (se possibile) della bellezza. ( Solo così la bellezza salverà il mondo - se possibile - ).
Il processo è in atto... Nulla è compiuto... Speriamo.

Carla Gentili



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