05 gennaio 2023

SILENZIO SUI MORTI DI LAVORO

 


Silenzio sui morti di lavoro


Carlo Soricelli
05 Gennaio 2023

Dopo 15 anni di impegno tenace, con una lettera alla Regione Lombardia, Carlo Soricelli annuncia la chiusura al pubblico dell’Osservatorio Nazionale morti sul lavoro di Bologna. Ringrazia i milioni di italiani e non che hanno visitato il suo blog e conclude la sua straordinaria e preziosa testimonianza con un’affermazione perentoria che non ha bisogno di commenti: “In fondo alla nostra classe dirigente non ha importato nulla di queste tragedie. Lo denuncio da 15 anni: arrivano solo dei laconici ‘mai più morti sul lavoro’ poi niente di concreto. La solitudine è stata la caratteristica di questi 15 anni, per non parlare di ostracismo, diffidenza, derisione. Sono stato ‘un nemico’ – come mi diceva un importante giornalista – perché mettevo in discussione con ‘i miei morti’ la loro narrazione minimalista che copre inefficienza e anche cose poco chiare come la gestione dei soldi sulla Sicurezza”

foto Fiom

Caro Presidente Fontana e cara Assemblea legislativa della Regione Lombardia io sono Carlo Soricelli curatore dell’«Osservatorio Nazionale morti sul lavoro» di Bologna, attivo dal 1° gennaio 2008. Nell’augurarvi un felice 2023, sono a darvi la reale situazione dei morti sul lavoro nella vostra Regione nell’intero 2022. «L’Osservatorio» monitora tutti i morti sul lavoro, non solo gli assicurati INAIL, istituto che assicura solo una parte dei lavoratori italiani, INAIL non fa nessun monitoraggio ma raccoglie solo le denunce che gli arrivano dal territorio dei suoi assicurati. Tra l’altro molti morti sono in nero o anziani in agricoltura; è per questo che l’indice occupazionale non ha nessun valore statistico, l’unico parametro veramente importante è quello  del numero di abitanti di una regione in rapporto ai morti sul lavoro della regione o provincia stessa. Siamo in grado di darvi i morti per ciascuna categoria di lavoratori sui luoghi di lavoro. 

Buon lavoro Carlo Soricelli – http://cadutisullavoro.blogspot.it

Sono a disposizione su richiesta i grafici con le professioni, l’età delle vittime dei morti sui luoghi di lavoro della Regione Lombardia e di tutta Italia.

Quindici anni di monitoraggio

Il 31 dicembre si sono conclusi 15 anni di monitoraggio con l’«Osservatorio» che aprii il 1° gennaio 2008 per ricordare i sette lavoratori della ThyssenKrupp di Torino morti poche settimane prima.

Volevo ringraziare quei milioni di italiani (e non solo) che hanno visitato il blog e l’andamento dei morti sul lavoro in 15 anni.

Cosa dire di questi 15 anni?

Che in fondo alla nostra classe dirigente non ha importato nulla di queste tragedie. Lo denuncio da 15 anni: arrivano solo dei laconici “mai più morti sul lavoro” poi niente di concreto. La solitudine è stata la caratteristica di questi 15 anni, per non parlare di ostracismo, diffidenza, derisione. Sono stato «un nemico – come mi diceva un importante giornalista – perché mettevo in discussione con “i miei morti” la loro narrazione minimalista che copre inefficienza e anche cose poco chiare come la gestione dei soldi sulla Sicurezza.

Nei grafici che potete vedere ci sono le vere dimensioni del fenomeno se si contano davvero tutti i morti.

Sono morti complessivamente oltre 19000 lavoratori: come fosse scomparsa una piccola città: 19000 famiglie portate all’inferno, perché è di questo che si tratta, non c’è niente di più atroce che perdere un proprio caro sul lavoro.

Sono in contatto con tantissimi familiari di morti sul lavoro; hanno perso figli e figlie, genitori, fratelli, padri, nonni. La loro sofferenza è inenarrabile con le parole. Molte, morti sono davvero impressionanti; bruciati vivi, schiacciati da rulli e compattatori, dilaniati da lame, soffocati da miasmi, schiacciati dal trattore, caduti dall’alto, fulminati, dilaniati da macchinari ai quali erano state tolte le sicurezze come Laila  o Luana. Una galleria degli orrori su questa terra.

Poi l’altra faccia di queste tragedie. Oltre la metà sono morti per le strade e in itinere, tante anche le donne come la postina Ambra e i rider William e Elena, le volontarie della Croce Rossa Bianca Maria e Gaia. Ho denunciato inutilmente che i morti sul lavoro sono molti di più – documenti alla mano – ma è troppo forte la manipolazione fatta dai potenti. Pur avendo spedito migliaia e migliaia di mail ogni anno nessuno è venuto a vedere se quello che scrivevo era veroSolo l’«Osservatorio» ha monitorato i morti sul lavoro in questi 15 anni, nessun altro. Neppure INAIL che lo avrebbe potuto e dovuto fare, ma raccoglie solo le denunce che gli arrivano dal territorio e solo dai suoi assicurati, spacciando queste morti come rappresentative di tutto il panorama lavorativo. Ma non è vero: oltre 4 milioni di persone non sono assicurate all’istituto, poi ci sono i morti in nero, gli agricoltori schiacciati dal trattore (167 quest’anno e oltre 2300 da quando ho aperto l’Osservatorio): morti che finiscono nel dimenticatoio, neppure nella morte ottengono giustizia.

Ho dedicato a questo impegno volontario buona parte del mio tempo, oltre 29000 ore di lavoro complessivo. Ma a nulla è servito per smuoverli nella loro indifferenza,

Mi confortano le centinaia e centinaia di attestati di stima. E mi è stato chiesto di non chiudere questa esperienza unica nel suo genere (in Italia e in Europa) come mi è stato detto nelle interviste di giornali e televisioni esteri.

Parlano di cali fra i morti sul lavoro anche quest’anno. Ma di quali cali parliamo se una buona parte di morti spariscono da ogni monitoraggio? L’«Osservatorio» registra sui luoghi di lavoro l’8% in più rispetto al 2021. Oltre 7000 lavoratori non sono stati registrati da nessuna parte in questi 15 anni se non dall’«Osservatorio». Tante volte mi sono ripromesso di smettere di registrare i morti, ma poi ho pensato ai tanti che seguono l’«Osservatorio» e ai tantissimi familiari o miei amici con la loro rabbia e disperazione.

La rabbia più grande è che analizzando la raccolta dati dell’«Osservatorio» si potevano salvare tante vite: sì, dando visibilità a queste vittime.  Solo adesso si stanno finalmente accorgendo della pericolosità del trattore che uccide a ogni età e che – con una campagna mirata ai familiari di chi li guida – si sarebbero potuti salvare; mettendo a disposizione fondi per rinnovare il parco trattori che per la maggior parte è obsoleto.

Così come ho denunciato da subito che a uccidere la stragrande maggioranza degli edili sono le cadute dall’alto, ma c’è voluto un decennio perché si accorgessero che quello che scrivevo era vero. Anche qui si può fare tanto, se solo ci fosse la volontà di farlo.

Dovrebbe cessare anche il malcostume di ministri del Lavoro e delle Politiche agricole che poi successivamente vanno a lavorare negli enti e ustituti che dovevano controllare da ministri.

Se continuerò il mio impegno lo farò in silenzio senza più divulgare la vera realtà di queste tragedie, di un sistema complice per opportunismo, con interessi occulti e poco chiari, menefreghismo, indifferenza verso la vita di chi lavora.

In tanti si sono offerti di darmi una mano. Sto valutando una serie di offerte, da parte di cittadini qualunque e di organizzazioni. Vediamo se verrà fuori qualcosa di concreto. 

Da artista che ha trascurato l’arte, con opere in diversi musei e collezioni, spero di riuscire a dedicare un piccolo mausoleo ai morti sul lavoro; una Piramide di Cheope in scala ridotta per ricordare con le loro fotografie centinaia di lavoratori e lavoratrici morti per il nostro benessere,

Sono caduti come in guerra, una guerra ingiusta che colpisce la parte più umile e sana della società.

Carlo Soricelli curatore dell’«Osservatorio nazionale di Bologna morti sul lavoro», che ha chiuso al pubblico il 31 dicembre 2022.

Nell’«Osservatorio» è disponibile la situazione nelle Regioni che hanno il più alto numero di morti in rapporto agli abitanti, l’unico parametro valido per confrontare i morti tra le varie regioni. Questo perchè tantissimi morti – il 30% in più mediamente ogni anno – non risultano in nessun monitoraggio.

Fonte: La Bottega del Barbieri

Nessun commento:

Posta un commento