Vorrei che
tu fossi felice, cipollina, vorrei
che tu non
conoscessi il cane nero della sventura,
quando sarai
uscito dal blu dell’infanzia.
Vorrei che
tu non debba portare bazooka,
che non
debba tremare nel folto di un bombardamento
che tu non
debba pagare per le mie colpe
né
vergognarti di me, del mio cicaleccio
e dei miei
vani versi e della mia professura.
Vorrei che
tu non fossi mai gramo o malato
o maldestro
come Scardanelli,
vorrei
vivere nella tua voce, nei tuoi gesti, nei tuoi occhi
anche quando
mi avrai dimenticato.
ANGELO MARIA RIPELLINO, Notizie dal Diluvio, Einaudi 1969
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