“Odio gli indifferenti. Credo che vivere voglia dire essere partigiani. Chi vive veramente non può non essere cittadino e partigiano. L’indifferenza è abulia, è parassitismo, è vigliaccheria, non è vita. Perciò odio gli indifferenti.” Antonio Gramsci
02 febbraio 2025
BOB DYLAN AL CINEMA
NOTE A MARGINE DI A COMPLETE UNKNOWN
Tra le mie canzoni preferite del Dylan della svolta elettrica del 1965 (il mio anno di nascita) c'è questa gemma che fu registrata durante le sessions di Highway 61 revisited ma non inclusa nel disco:
https://www.youtube.com/watch?v=aehwEu8SBSo
Positively 4th street uscì come 45 giri dopo 'Like a rolling stone' ma non fu poi inserita neanche nel successivo 'Blonde on Blonde'. La canzone uscì anche come lato b di un'altra edizione del singolo 'Like a rolling stone' ma su queste cose l'esperto è il compagno Luca Borghetti.
Non mi sembra che 'Positively 4th street' sia stata inserita nella colonna sonora del film #ACompleteUnknown anche se il testo potrebbe essere una risposta ai vecchi amici/compagni della scena folk che lo criticarono duramente per la svolta elettrica che fu ispirata dai Beatles che a loro volta furono fortemente influenzati dal cantautore ("Dylan mostra la strada!", disse Lennon). http://www.maggiesfarm.eu/zbobbeatles.htm
Però c'è chi obietta che la canzone fu registrata prima del festival di Newport e che in realtà Dylan nel testo si riferisce della sua relazione interrotta con la bellissima e sfortunata modella Edie Sedgwick musa anoressica conosciuta alla Factory di Andy Warhol. Edie, che potrebbe aver ispirato anche la ragazza protagonista di Like a rolling stone, morì per abuso di droghe a soli 28 anni nel 1971. Non si parla nel film di Edie ma è comprensibile che nello scrivere la sceneggiatura si debba fare una scelta sui personaggi da mettere in evidenza.
Hai una bella sfrontatezza
a dire che mi sei amico
Quando stavo per terra
te ne stavi in piedi a sghignazzare
Hai una bella sfrontatezza
a dire che tendi una mano in soccorso
Vuoi solamente stare
dalla parte del vincitore
Dici che ti ho abbandonato
e sai che non è vero
Se stai soffrendo tanto
allora perchè non lo dai a vedere
Dici che hai perduto la tua fede
ma non è vero
Non avevi fede da perdere
e lo sai bene
Io so il motivo
per cui mi sparli alle spalle
Perchè solitamente stavo con la gente
con la quale stai tu
Mi prendi per scemo
se pensi di mettermi in relazione
con chi cerca di nascondere
quello che non sapeva fin da principio
Mi vedi sulla strada
e sembri sempre sorpreso
Dici "Come va?", "In bocca al lupo!"
ma non intendi davvero quello
Quando sai meglio di me
che piuttosto mi vorresti vedere paralizzato
Perchè dunque non esci
e lo gridi
No, non mi fa piacere
quando vedo i dolori che soffri
Se fossi il principe dei ladri
forse li ruberei
Ed ora so che sei insoddisfatto
dalla tua posizione e dal tuo ruolo
Non capisci
che non sono fatti miei?
Vorrei che anche solo per una volta
potessi metterti nei miei panni
ed anche solo per un minuto
io potessi essere te
Sì, vorrei che anche solo per una volta
tu potessi metterti nei miei panni
Sapresti che tragedia è
guardarti
Nel film - che mi è piaciuto molto - oltre a non esserci questa meravigliosa canzone e inevitabilmente tante altre ho notato qualche lacuna che non so se ci sia anche nel libro che mi appresto a leggere.
I COMUNISTI
La più evidente è che si sfiora soltanto la politica che invece era al centro della storia reale. Woody Guthrie, Pete Seeger, la redazione di Sing Out e praticamente tutti i protagonisti della scena folk di protesta erano comunisti, qualcuno come Dave Van der Ronk trotzkista. Nel film si vede Pete Seeger davanti a un tribunale maccartista e poco altro (anche Alan Lomax finì sotto accusa come comunista). La stessa fidanzata Suze Rotolo - ribattezzata nel film Sylvie Russo su richiesta di Dlan stesso per rispetto della discrezione che lei aveva sempre difeso - era figlia di militanti comunisti di origine italiana e convinta attivista. Chi nella scena non era esplicitamente comunista era comunque fortemente coinvolto come militante e attivista di movimento (da Joan Baez a Phil Ochs) facendo una scelta di mettere voce e chitarra al servizio della causa.
La delusione verso il Dylan elettrico non era solo di purismo musicale come lascia trasparire il film. Certo nella visione di chi dagli anni '30 raccoglieva il patrimonio folk e blues popolare col magnetofono come Alan Lomax o di interpreti come Pete Seeger c'era l'idea di canzoni che la gente comune potesse cantare e farlo anche collettivamente. Come ha scritto Mat Callahan, "Guthrie e Seeger, esaltarono le virtù della musica folk come forma più adatta a esprimere e unire le voci della gente comune"(...) "La musica folk racchiudeva desideri per un passato idilliaco, per un periodo prima che il volgare consumismo trasformasse la musica in una merce, e per relazioni tra musicisti e pubblico che fossero egualitarie e olistiche." Sul rapporto tra comunisti e rinascita folk è da leggere il suo articolo https://www.maurizioacerbo.it/blogs/?p=7888
Il rock'n'roll e il pop erano visti come musica commerciale e di intrattenimento fruita da un pubblico di consumatori non di persone coscienti, dotate di senso critico e impegnate socialmente contro il razzismo, lo sfruttamento, l'imperialismo e la guerra.
Nel film non emerge che la preoccupazione dei puristi era anche e soprattutto politica. Come spiegò Irwin Silber, anche lui comunista e direttore della rivista del movimento folk Sing Out che aveva lanciato il menestrello, "la più grande preoccupazione non era l'elettricità... ma ciò che Dylan stava dicendo e facendo per allontanarsi dalle sue canzoni politiche". Nel 1965 pubblicò sulla rivista una lettera aperta a Bob Dylan che lo diceva esplicitamente:
"Come chiunque si avventuri su sentieri inesplorati, hai suscitato un numero crescente di critici meschini. Ad alcuni non piace il modo in cui porti i capelli o i vestiti. Ad altri non piace il modo in cui canti. Ad altri non piace il fatto che tu abbia scelto il tuo nome e rimodellato il tuo passato. Ma tutto questo, a lungo andare, è banale. Sappiamo entrambi che molte di queste critiche sono semplicemente delle coperture per l'imbarazzo nell'ascoltare canzoni che parlano direttamente, personalmente e con urgenza di dove si trova veramente tutto.
Ma - e questo è il motivo di questa lettera, Bob - penso che the times there are a-changing. Ora sembri essere in un tipo di sacco diverso, Bob - e sono preoccupato per questo. Ho visto a Newport come in qualche modo hai perso il contatto con le persone. Mi è sembrato che alcuni degli accessori della fama ti stessero ostacolando. Ora viaggi con un seguito - con buoni amici che rideranno quando avrai bisogno di ridere e berranno vino con te e assicureranno la tua privacy - e non ti sfideranno mai più ad affrontare la realtà di tutti gli altri.
Ho pensato (e anche tu) a Jimmy Dean quando ti ho visto l'ultima volta, e ho pianto un po' dentro di me per quel terribile potenziale di autodistruzione che giace nascosto in ognuno di noi e che può emergere così facilmente e senza essere invitato.
Penso che inizi a trasparire nelle tue canzoni, ora, Bob. Hai detto che non eri uno scrittore di canzoni di "protesta" - o di qualsiasi altra categoria, per quel che conta -- ma che hai solo scritto canzoni. Bene, okay, chiamala come vuoi. Ma qualsiasi cantautore che cerchi di affrontare onestamente la realtà in questo mondo è destinato a scrivere canzoni di "protesta". Come può evitarlo?
Le tue nuove canzoni sembrano tutte rivolte all'interno, indagatrici, consapevoli di te stesso, forse anche un po' sentimentali o crudeli a volte. E succede anche sul palco. Sembra che tu ti stia relazionando con una manciata di compari dietro le quinte, ora, piuttosto che con il resto di noi in prima linea.
Ora, va tutto bene, se è così che vuoi, Bob. Ma allora sei un Bob Dylan diverso da quello che conoscevamo. Quello vecchio non ci ha mai fatto perdere tempo prezioso.
Forse questa lettera era attesa da tempo. Penso che, in un certo senso, siamo tutti responsabili di ciò che è successo a te e a molti altri bravi giovani artisti. La macchina del successo americana mastica geni al ritmo di uno al giorno e ne desidera ancora di più. Incapace di produrre vera arte da sola, l'establishment alimenta la creatività in segno di protesta e di non conformità al sistema. E poi, attraverso la notorietà, i soldi facili e lo status, rende quasi impossibile all'artista funzionare e crescere.
È un processo che bisogna costantemente prevenire e contrastare.
Riflettici un po', Bob. Credimi quando dico che questa lettera è scritta per amore e profonda preoccupazione.
http://www.edlis.org/.../open_letter_to_bob_dylan.html
Insomma i "puristi" erano preoccupati che il loro campione diventasse una star dello spettacolo e che abbandonasse l'impegno precedente. Dylan invece voleva essere un poeta e non essere costretto in un ruolo ormai predeterminato di cantante di protesta come scelsero di fare altri coetanei come Joan Baez o Phil Ochs.
E' probabile che nella svolta di Dylan - che si era ritrovato immerso in questo ambiente artistico e intellettuale assai militante - pesò anche la nascita di qualche dubbio rispetto allo stesso comunismo dei suoi compagni. Anche se si era negli anni della destalinizzazione in URSS il Communist Party USA era comunque molto filosovietico e sicuramente allora lo era anche Pete Seeger. Una traccia di questo dubbio lo si trova in It's All Right Ma I'm Only Bleeding che cita il romanzo di Arthur Koestler 'Buio a mezzogiorno' https://www.youtube.com/watch?v=2diY9nUshik
Dylan doveva essere alla ricerca di risposte se nel periodo che precede i tre dischi della svolta elettrica era andato a Berkeley dove nel 1964 era esploso il Free Speech Movement di Mario Savio e a incontrare Tom Hayden degli Students for a Democratic Society https://it.wikipedia.org/.../Students_for_a_Democratic..., l'autore del manifesto di Port Huron (quello citato in Big Lebowsky). Insomma la Nuova Sinistra della democrazia partecipativa che entusiasmerà Pasolini nel suo viaggio di marxista a New York https://www.maurizioacerbo.it/blogs/?p=858
E' da notarsi che ben più aperti sentimenti critici - pur rispettosi della storia del movimento operaio - verso i regimi "comunisti" li esprimevano gli autori della beat generation pur essendo quasi tutti collocati su posizioni politiche radicali contro la guerra, il militarismo, l'imperialismo, il razzismo. E questo - il rapporto con i beat e Allen Ginsberg - è un altro aspetto totalmente assente nel film.
LA SVOLTA BEAT
L'anno della leggendaria lettura di "Howl" di Alln Ginsberg alla Six Gallery di San Francisco, il 1955, fu anche l'anno in cui Elvis Presley firmò con la RCA Records e passò dall'essere un fenomeno regionale a una forza nazionale. L'anno della pubblicazione di "Howl" da parte della casa editrice Cit lights di Ferlinghetti e del figlio di Carlo Tresca, il 1956, fu l'anno in cui James Brown ebbe il suo primo successo R&B, "Please, Please, Please".
"Ho visto le menti migliori della mia generazione distrutte dalla follia, affamate, isteriche e nude,
trascinarsi all'alba per le strade dei negri in cerca di una dose di rabbia,
hipster dalla testa d'angelo che bruciavano per l'antica connessione celeste con la dinamo stellata nei macchinari della notte, che poveri, stracciati, con gli occhi infossati e fatti sedevano a fumare nell'oscurità soprannaturale di appartamenti di acqua fredda che galleggiavano sulle cime delle città contemplando il jazz,..."
"Senza nulla che accompagnasse la sua voce parlata, Ginsberg ottenne molto dello stesso impatto dei primi rock 'n' roller: la stessa emozionante sfida all'autorità, la stessa emozionante celebrazione dei piaceri corporei. Se la ribellione di Presley e Brown era principalmente musicale, quella di Ginsberg era principalmente verbale, e solo quando Dylan passò all'elettrico al Newport Folk Festival del 1965, quei due flussi si unirono. La poesia acquisì un nuovo potere quando fu aggiogata alla canzone, ma lo stesso fece la canzone." (Geoffrey Himes)
Ellen Willis, nel suo saggio del 1967 Before the Flood , scrisse che 'A Hard Rain's A-Gonna Fall' di Dylan , dal suo secondo album, doveva molto alla "retorica biblica e allo stile declamatorio" di Ginsberg, ma si potrebbe includere molto del suo altro lavoro nel debito.
https://www.theguardian.com/.../how-allen-ginsbergs-howl...
Dylan nel doc di Scorsese sulla Rolling Thunder Revue cita Urlo con grande devozione. L'impatto di Ginsberg sull'evoluzione del rock è durato decenni tanto che Michael Stipe dei REM nel 2014 nel suo discorso durante la cerimonia per l'inserimento dei Nirvana nella Rock'roll Hall Of Fame ne rivendicò la genealogia: "Eravamo una comunità, una generazione... nella camera dell'eco di quell'urlo collettivo, e Allen Ginsberg ne sarebbe stato molto orgoglioso".
Le critiche della lettera aperta di Irwin Silber ai nuovi testi di Dylan potevano applicarsi anche a poesia e prosa beat.
La svolta elettrica io la definisco beat perchè il rapporto con l'impegno di Dylan passò dall'impostazione anni '30 di comunisti come Guthrie, Lomax e Seeger allo stile della disaffezione beatnick e anche i suoi testi divennero assai più simili a quelli beat. Inizialmente i beats furono considerati disimpegnati ma poi divennero - tranne Kerouac distrutto dall'alcolismo - i punti di riferimento della protesta contro la guerra in Vietnam e allargarono l'area della coscienza imponendo il valore politico di temi come l'ecologia, la liberazione sessuale, i diritti lgbtq, la rivalutazione dei popoli indigeni e del valore della cultura autonoma dei neri.
Al contrario dei comunisti della scena folk Allen Ginsberg era un entusiasta sostenitore della potenza trasformativa del rock'n'roll rispetto alla liberazione dei corpi e delle menti. Aveva immediatamente intuito la derivazione dal blues del rock'n'roll e definì in una poesia l'irruzione dei Beatles come "urrà elettrico africano". Fu attraverso Dylan però che avvenne il primo incontro tra i Beatles e Ginsberg: "Ero appena stato cacciato da Cuba per aver parlato in privato della persecuzione di Castro contro gli omosessuali e poi sono andato in Cecoslovacchia, sono stato eletto Re di Maggio , Primo Maggio, una settimana dopo sono stato cacciato dal Ministero dell'Istruzione e deportato a Londra, e poi sono atterrato, più o meno nel periodo dei concerti di Dylan all'Albert Hall. C'era una scena molto emozionante in hotel e Dylan era in fondo al corridoio con i Beatles. Poi è arrivato un messaggio che dovevo entrare lì. Così sono entrato nella stanza e tutti erano seduti lì completamente gelidi e silenziosi, paranoici. Non sapendo bene qual era il mio posto, conoscendo Bob, mi sono seduto sul lato della sua poltrona. John Lennon ha detto, sarcasticamente, "Perché non ti siedi un po' più vicino?". All'improvviso ho capito che erano così ingenui, erano giovani. Così in realtà sono caduto dalle risate sulle ginocchia di John, guardandolo e gli ho chiesto, "Hai mai letto William Blake ?". Lui disse: "Non ne ho mai sentito parlare". E sua moglie disse: "Oh John, smettila di mentire!" Poi tutti iniziarono a ridere e la scena si sciolse, ma, sapete, il ghiaccio era rotto. Mi colpì come un buffo che questi ragazzi al vertice del potere, potere spirituale, potere musicale, famosi in tutto il mondo, giugno del '65, fossero così insicuri delle loro menti e del loro linguaggio." Nell'agosto '65 Ginsberg dedicò una poesia al concrto di Portland dei Beatles. Lennon era stato fin dalla scuola d'arte un seguace dei poti beat https://www.beatdom.com/the-beats-and-the-beatles-two.../
Nel film stranamente non si menziona il rapporto con i poeti beat che esercitarono un'enorme influenza su Dylan. In particolare con Allen Ginsberg che cominciò a frequentare in quel periodo e che compare nel video di Subterranean Homesick Blues https://www.youtube.com/watch?v=MGxjIBEZvx0 ed è citato da Dylan nelle note di copertina in puro stile beat di Bringing It All Back Home.
Allen Ginsberg era tornato dall'India a New York nel dicembre 1963 e il giornalista Al Aronowitz gli presentò Dylan a una festa di una libreria alternativa del Greenwich Village. "Ho incontrato Bob per la prima volta a una festa all'Eighth Street Book Shop, e mi ha invitato a fare un tour con lui. Alla fine non ci sono andato, ma, ragazzi, se avessi saputo allora quello che so ora, ci sarei andato in un lampo". Dylan aveva letto i beat prima di arrivare a New York. "Bob Dylan diceva che Mexico City Blues di Kerouac era la prima opera letteraria che lo aveva ispirato a leggere poesie", raccontò Ginsberg. Poi nel 1965 è celebre l'incontro a San Francisco con Ferlinghetti e Michael McLure tramandato da foto iconiche. Nel film questo aspetto non viene raccontato e la cosa mi ha davvero sorpreso.
Nel film non si cita un fatto non secondario: Dylan aveva scoperto la marijuana, abitudine beat, e la leggenda racconta che introdusse alla cannabis anche i Beatles.
Si passa da un modello di dissidenza militante classica comunista alla rivoluzione culturale e dello stile di vita della controcultura ispirata dai beat.
Non solo i Beatles (che erano fan sfegatati già dai tempi di Blowin in the wind) ma tutto il rock è stato rivoluzionato dal Dylan elettrico. John Lennon e Paul Mc Cartney avevano sentito il singolo di Bob Dylan "Like a rolling stone" un giorno in cui si erano incontrati per scrivere dei brani. "Sembrava immensa, infinita. Era bellissima", ricorda Mc Cartney, "Bob ha fatto vedere a tutti che ci si poteva spingere un po' più in là".
Se nel caso del folk la svolta sembrava un cedimento alla musica commerciale, nel caso del rock - come notò Ginsberg - Dylan ne dilatò le potenzialità sia come testi che in termini musicali:
Invitava le persone ad aprirsi e a studiare se stesse. Le faceva riflettere sulle parole; le faceva anche studiare e apprezzare il linguaggio in un modo completamente nuovo e folle, come esemplificato dalla sua famosa frase "Se vuoi vivere al di fuori della legge, devi essere onesto". Nel 1969 chiesi a Dylan quale dei suoi versi, secondo lui, considerasse il migliore, e lui rispose che era quello che ho appena citato. (Ginsberg).
Ginsberg scrisse che Dylan aveva portato la poesia beat nei juebox e alla radio facendola diventare una cultura giovanile planetaria. "Se Dylan stava iniziando a fornire la colonna sonora per la controcultura, Ginsberg le diede sia un volto che le reti che erano essenziali per sostenere il suo slancio". Quando tra il 1967-1969 esplose a livelli di massa la controcultura hippie Dylan è già altrove ritirato in campagna a riscoprire le radici della musica popolare con The Band e altri amici come Happy Traum (purtroppo la sua morte è stata ignorata dalla stampa italiana https://www.maurizioacerbo.it/blogs/?p=7525 ).
In qualche maniera potremmo dire che Dylan se con i dischi del 1965 da un lato fu anticipatore dell'onda psichedelica successiva con la performance di a Newport il tour che seguì nel 1966 in Inghilterra anche un punk antelitteram. Giacca di pelle, occhiali scuri sul piano immaginario inaugurarono uno stile che dai Velvet Underground arriverà ai Jesus and Mary Chain.
Mentre la scena folk ci mise un po' a digerire la svolta elettrica Allen Ginsberg la esaltò e ne comprese anche la natura che non era certo nel segno della svendita e dell'omologazione come temevano i compagni:
“La sua immagine era sottotraccia, sotterranea, inconscia nelle persone... qualcosa di un po' più misterioso, poetico, un po' più Dada, più dove i cuori e le teste delle persone erano in realtà piuttosto che dove ‘dovrebbero essere’ secondo qualche teoria ideologica arrabbiata”.
Il sottrarsi a ruolo di portavoce di una generazione o del movimento Ginsberg lo spiegò così: "non gli piaceva che gli altri gli dicessero per quale causa avrebbe dovuto combattere".
Riecheggia il Kerouac (in gioventù comunista e iscritto al sindacato dei portuali della costa occidentale del mitico Harry Bridges celebrato da Valerio Evangelisti in Noi saremo tutto) che in Mexico City Blues scriveva:
"Sono un idealista che ha superato il mio idealismo non ho niente da fare per il resto della vita tranne che farlo".
L'IMPEGNO ANTIRAZZISTA
Nel film manca il fortissimo coinvolgimento antirazzista di Dylan nelle lotte degli afroamericani. C'è solo un fugace frammento sulla sua esibizione alla Marcia di Washington in cui Martin Luther King tenne il suo discorso celeberrimo I had a dream.
Mike Marqusee, nel suo capolavoro (purtroppo non pubblicato in Italia) 'Redemption song, Muhamad Ali and the spirit of the sixties' cita continuamente le canzoni di Dylan ma anche l'impegno diretto al fianco di Pete Seeger e del movimento dei diritti civili segnalando che "non era un liberal" e che si sentiva molto vicino al coraggio dei militanti del SNCC come Jim Foreman che citerà nelle note di copertina di "The times they are a changin". Nel film non si racconta ma Dylan nel 1963 andò nel sud dove i bianchi razzisti sparavano sugli attivisti. Insomma il suo coinvolgimento politico non era affatto superficiale e il suo distacco era soprattutto dai liberal bianchi moderati non certo dagli attivisti coerenti e coraggiosi.
La forza delle canzoni di Dylan, racconta Marqusee, spinse Sam Cooke a scrivere 'A change is gonna come":
"Cooke fece notare agli amici che era imbarazzante per gli artisti neri che fosse stato un ragazzo bianco il primo a osare parlare di razza e politica nella musica popolare. Nel gennaio 1964, scrisse e registrò A Change Is Gonna Come, forse il primo capolavoro di soul socialmente consapevole".
Giustamente Spike Lee ha inserito nel film su Malcolm X assassinato proprio in quel 1965 https://www.youtube.com/watch?v=YPyrYP7kku4
Che i testi di Dylan della svolta elettrica continuassero a contenere una critica corrosiva della società americana se ne accorsero le Pantere Nere. In 'Cogliere l'occasione' Bobby Seale dedicò pagine bellissime a Huey P. Newton che ascoltava a ciclo continuo Highway 61 Revisited e spiegava entusiasta ai suoi compagni il significato di Ballad of a thin man decifrando il testo dylaniano. La canzone piaceva anche a Stokely Carmaichel. Bobby Seale, che finirà con Abbie Hoffman e Jerry Rubin sotto processo per Chicago '68, chiudeva il suo racconto sulla passione per Dylan delle Pantere definendolo fratello (cosa rarissima per un bianco): "Se ci sarà qualche altra canzone che non capisco. mi basterà chiedere a Huey P. Newton di interpretarla, e magari dal fratello Bobby Dylan potremo tirarci fuori ancora un sacco di cose, perchè il vecchio Bobby, b' in questo campo ci sapeva fare" https://www.youtube.com/watch?v=63ucJmVonAc
Smentendo i timori dei suoi compagni della scena folk Dylan periodicamente è tornato a scrivere canzoni con contenuti politici espliciti. Con grande coraggio in piena repressione scatenata da Nixon e Spiro Agnew incise un 45 giro dedicato all'assassinio in carcere della Pantera Nera George Jacson, uno dei Fratelli di Soledad di "Col sangue agli occhi":
Mi sono svegliato stamattina
c'erano lacrime nel letto
Hanno ucciso un uomo che amavo veramente
gli hanno sparato in testa
Non accettava stronzate da parte di alcuno
Non si sarebbe mai sottomesso o inginocchiato
Le autorità lo odiavano
perchè era troppo sincero
Le guardie carcerarie lo insultavano
mentre lo guardavano dall'alto
Ma erano spaventati dalla sua forza
impauriti dal suo amore
Certe volte credo che l'intero mondo
sia un'unica grande prigione
Alcuni di noi sono prigionieri
il resto sono guardie
Dio, Dio,
hanno ucciso George Jackson
https://www.youtube.com/watch?v=TXgXXM71IC8
L'indignazione era la stessa di quando aveva raccontato nel 1963 ispirandosi a Brecht la storia della cameriera nera Hattie Carrol assassinata senza motivo da un razzista bianco che se la cavò grazie a una giuria di razzisti come lui
http://www.maggiesfarm.eu/.../thelonesomedeathofhattiecar...
Nel 1975 Dylan continuava a cantarla con la stessa rabbia durante il tour della Rolling Thunder Revue (su Netflix da non perdere il doc di Scorsese) a cui parteciparono anche Ginsberg e Baez
https://www.dailymotion.com/video/x7w4m8x
CANZONI DI REDENZIONE
Nello stesso anno Allen Ginsberg nelle note di copertina del lp Desire a proposito dell'indignatissima Hurricane, sul pugile nero condannato per un omicidio mai commesso da una giuria razzista, definì quelle di Dylan "canzoni di redenzione" sottolineando la continuità dell'impegno dylaniano anche se espressa nelle forme personali proprie della poesia beat:
Protesta morta? La stirpe di bardi di strada di Woody Guthrie ci farà ancora piangere laddove c'è sofferenza da dover essere cantata.
Canzoni di Redenzione di Dylan! Se lui può farlo noi possiamo farlo.
https://www.maurizioacerbo.it/blogs/?p=3360
E' assai probabile Bob Marley scrisse 'Redemption Song' ispirandosi a quelle note di Ginsberg su Dylan. E chiudendo il cerchio la canzone di Marley fu reinterpretata da Johnny Cash, il vecchio amico fuorilegge country di Dylan, e da Joe Strummer che a Woody Guthrie si era sempre ispirato https://www.youtube.com/watch?v=F10tP5HIpaA
Nel 1974 Dylan accettò l'invito a partecipare al grande evento "An Evening with Salvador Allende" contro il golpe di Pinochet in Cile con tutti i suoi vecchi compagni della scena folk Phil Ochs, Pete Seeger, Dave Van Der Ronk, Arlo Guthrie e anche Allen Ginsberg, ecc. https://www.youtube.com/watch?v=GtAuLsAiCtw come nel 1968 aveva partecipato al concerto in memoria di Woody Guthrie.
Dylan in anni recenti ha definito Ginsberg come una sorta di "oracolo di Delfi" e Ginsberg anticipò negli anni '80 di qualche decennio la giuria del Nobel dichiarando "Bob Dylan è uno dei migliori poeti del ventesimo secolo". Poco prima di morire Ginsberg nel 1996 nella prefazione all'antologia beat curata da Ann Waldman citò Dylan https://www.maurizioacerbo.it/blogs/?p=269
Lawrence Ferlinghetti salutò con entusiasmo il Premio Nobel a Dylan che come Sartre (e come Marlon Brando per l'oscar) non andò a ritirarlo:
"il Nobel di Dylan è il Nobel di una generazione. Chi è rimasto di noi dovrebbe esserne fiero. Bob Dylan è la vera, unica eredità della Beat Generation nel XXI secolo. Bob Dylan è un poeta, prima di ogni cosa. Lo è sempre stato. Ha scritto i migliori poemi surrealisti della nostra generazione. E, grazie alla musica, è riuscito a far arrivare la poesia dove non era mai arrivata, neanche con Ginsberg. L'Accademia di Svezia ha avuto grande coraggio per una scelta giusta e doverosa. noi abbiamo cominciato negli anni Cinquanta, lui poco dopo. Ma è indubbio che le commistioni tra Beat Generation e quel revival folk aspirato dal primo Dylan si sovrapponessero molto rispetto alla stessa intellighenzia liberal di sinistra. Bob era uno di noi, basti vedere il flusso di coscienza dei suoi primi testi. E, dalla pace alle droghe, dalla psichedelia al buddismo, ha articolato in maniera irraggiungibile slogan e temi della nostra generazione. Soprattutto negli anni a venire, è stato il vero padre culturale della hippy generation. Allen è stato una leggenda, ma non era niente al confronto di Bob Dylan. Piangeva mentre ascoltava le sue canzoni. La musica di Dylan è una storia impossibile da riassumere in poche righe: partì da Woody Guthrie e sappiamo dove è andata a finire. Anche il paragone con Steinbeck è azzeccato. Non a caso era uno degli idoli di Dylan, e anche di Jack Kerouac. Solo Masters of War ne meriterebbe due di Nobel: per la Letteratura e per la Pace".
[Nella foto del 1965 a San Francisco: Robbie Robertson, Bob Dylan, Allen Ginsberg and Lawrence Ferlinghetti]
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