Zen e l’arte della manutenzione della motocicletta, Salman Rushdie e Chautauqua
Quando
il 12 di agosto Salman Rushdie è stato aggredito a coltellate mi si
è fissato in mente il luogo dove è avvenuto tutto ciò: la
Chautauqua Institution a Chautauqua, nello Stato di New
York.
Chautauqua è un nome che incontrai la prima volta nei primi
anni ’80, quando lessi il romanzo più noto e importante di Robert
M. Pirsig: Zen
and the Art of Motorcycle Maintenance,
(Zen
e l’arte della manutenzione della motocicletta).
Chi
ha letto il romanzo ricorderà che il narratore della storia, mentre
racconta del suo viaggio in motocicletta con il figlio Chris,
ragiona, fra l’altro, di alcuni temi che gli stanno a cuore. Dice
che vorrebbe usare il suo tempo, in particolare il tempo sospeso di
quel viaggio in motocicletta (che poi è il tempo del racconto di
quel viaggio) per “parlare un po’ a fondo di cose che sembrano
importanti”.
Ha
in mente una specie di Chautauqua, simile ai Chautauqua ambulanti che
si “rappresentavano sotto un tendone e si spostavano da un capo
all’altro dell’America, […] una serie di conversazioni popolari
intese a edificare e divertire, a migliorare l’intelletto e a
portare cultura e illuminazione alle orecchie e ai pensieri degli
ascoltatori”.
Aggiunge: con questo Chautauqua vorrei scavare più
a fondo nei canali ormai ostruiti dalle macerie di pensieri divenuti
stantii e di ovvietà troppo spesso ripetute. “L’eterno ‘che
c’è di nuovo? allarga gli orizzonti, ma se diventa l’unica
domanda rischia di produrre solo i detriti che causeranno
l’ostruzione di domani. Mi piacerebbe, invece, interessarmi alla
domanda: ‘Che c’è di meglio?’, che scava in profondità invece
che in ampiezza.” [p. 18].
Ecco: non che c’entri moltissimo il Chautauqua di Pirsig con Rushdie, tranne quella piccola città nello stato di New York che si chiama Chautauqua e dove un disgraziato convinto di essere investito da chissà quale grazia ha provato a uccidere l’autore di I Versetti satanici e I figli della Mezzanotte.
Eppure, mi sembra che l’idea di chiedersi ‘che c’è di meglio?’ ci dica anche che potremmo applicarci di più nelle nostre domande e provare davvero a scavare più a fondo. Ed è forse ciò che Rushdie con i suoi libri ha cercato di fare: scavare a fondo negli eventi della storia e negli umani e animali e in tutti gli esseri e le cose in essi coinvolti.
Ricordo che qualche anno fa, dopo aver riletto Zen e l’arte della manutenzione della motocicletta nella mia edizione Adelphi, decisi di leggerlo anche nell’originale inglese. In questa edizione originale era stata aggiunta una nuova prefazione dell’autore. Alla fine della lettura della prefazione ebbi l’impressione che nelle due precedenti letture mi fosse sfuggito il vero senso del personaggio Fedro, alter-ego del narratore nella parte della storia precedente il presente della narrazione.
Ecco:
avevo letto, due volte, non scavando, non chiedendomi ‘c’è un
modo migliore di leggere questo libro?’.
Forse la connessione
fra i vari sensi del termine ‘Chautauqua’, Pirsig e Rushdie la
potrei trovare qui intorno. Magari ritornando a fondo sul significato
di Fedro. Zen
e l’arte della manutenzione della motocicletta è
un libro che amai moltissimo, forse senza averne compreso il senso
più intimo.
Articolo ripreso da: https://gruppodilettura.com/author/leggerelibri/
Nessun commento:
Posta un commento