13 agosto 2022

SALMAN RUSHDIE VITTIMA DEL FANATISMO RELIGIOSO

 


ACCOLTELLATO SALMAN RUSHDIE SIMBOLO DELLA LIBERTA' DI ESPRESSIONE

Elisa Chiari

Salman Rushdie, scrittore di origine indiana, cittadino britannico, è stato accoltellato mentre si accingeva a una conferenza sul tema degli Stati Uniti come luogo d'accoglienza degli scrittori minacciati in patria. A quanto trapela Rushdie ha riportato ferite gravi a un occhio, a un braccio e al fegato dalla furia di un assalitore, poi arrestato: si tratta di un giovane di 24 anni, Hadi Matar di Fairview nert New Jersay. L'aggressione avvenuta al Chautauqua Institution, a un centinaio di chilometri da Buffalo, nello stato di New York, davanti a molti testimoni, ha suscitato grande commozione, perché Rushdie oltreché per il suo capolavoro I figli della mezzanotte, pluripremiato romanzo dedicato all’indipendenza dell’India, è riconosciuto nel mondo come simbolo della difesa della libertà di espressione, da quando nel 1989, a causa del suo romanzo Versetti satanici è stato raggiunto da una fatwa di condanna a morte ad opera dell’allora aytollah iraniano Khomeini, che giudicando l’opera blasfema, mise una taglia da 3 milioni di dollari, per l’epoca una cifra enorme, sulla testa dell’autore. Da allora Rushdie per anni ha vissuto sotto protezione e sotto falso nome scomparendo letteralmente dal mondo, poi è uscito progressivamente allo scoperto riprendendosi la propria identità. E oggi ci si interroga se nell'incontro pubblico del 12 agosto il servizio d'ordine e i controlli non fossero troppo blandi - una sola richiesta di biglietto per 2.500 persone - anche perché quella taglia che sembra uscita da secoli andati, pur data per ritirata dall'Iran nel 1998, è stata dopo ripetutamente ribadita in anni recenti, con mezzi modernissimi: l'ayatollah Ali Khamenei, guida suprema iraniana, ha infatti rinnovato la fatwa nel 2017, e nel 2019, in occasione dei 30 anni dalla condanna originaria, avvenuta il giorno di San Valentino del 1989, via Twitter ha scritto: «Il verdetto dell'Imam Khomeini riguardo a Salman Rushdie si basa su versi divini e, proprio come i versi divini, è solido e irrevocabile». Quella minaccia è ricaduta anche sui suoi traduttori: Hitoshi Igarashi, che venne ucciso a pugnalate a Tokyo nel 1991; l'italiano Ettore Capriolo, che venne accoltellato e picchiato nello stesso anno. Nel 1993, William Nygaard, editore norvegese, fu ferito a colpi di pistola vicino a casa a Oslo. A salvare Rushdie negli Stati Uniti il 12 agosto: l'intervento di un poliziotto e di alcuni spettatori che hanno contenuto almeno in parte la furia dell'aggressore. 

Nato a Bombay, il 19 giugno 1947, trasferito a Londra all'età di 14 anni, ha studiato a Cambridge all'Università ed è diventato cittadino britannico. La sua vicenda personale ne ha fatto un emblema internazionale del diritto di parola e della libertà di pensiero, tema cui ha dedicato tantissimi suoi interventi anche recenti, da presidente di PEN America, l'organizzazione no profit che lavora per difendere gli scrittori e i giornalisti minacciati per le idee espresse nel loro lavoro. A proposito di libertà, Rushdie si è ripetutamente schierato contro ogni forma di censura mettendo in guardia anche dai pericoli della cosiddetta “cancel culture”, che ha preso piede negli Stati Uniti, suo attuale luogo di residenza di cui possiede anche la cittadinanza.

L’espressione “cancel culture” allude a quel processo che porta alla messa in discussione della storia e della letteratura, dove non più in linea con la sensibilità corrente, per non offendere le minoranze. Rushdie non amava quell’espressione: «Sono all’antica», aveva affermato in una recente intervista, anziché di cancel culture «preferisco parlare di censura. Mi preoccupa il fatto che tra le generazioni più giovani e progressiste - molte delle quali, a mio avviso, sono davvero ammirevoli - ci sia una sorta di convinzione che certi tipi di dichiarazioni possano essere censurate». E metteva in guardia: «Una delle cose che so sulla storia della censura è che quando i governi autoritari cercano di limitare ciò che si può dire, i gruppi minoritari sono le persone che vengono censurate per prime. Se, in nome di questa o quella minoranza oppressa, si sdogana la censura, si finisce su un pendio scivoloso: si va ad aprire la porta a qualcosa che finirà per danneggiare le stesse persone e idee che ci si propone di tutelare».

Moltissimi i messaggi di solidarietà e gli auguri degli esponenti della cultura internazionale. Tra questi lo scrittore inglese di origine giapponese Kazuo Ishiguro, che quando vinse il Nobel per la letteratura disse: «lo meritavano Murakami e Rushdie, parlando dell’aggressione con il Guardian, ha dichiarato Salman Rushdie: «È stato incredibilmente coraggioso in tutti questi anni, mettendosi continuamente in gioco per il diritto di pensare e parlare liberamente, nonostante i pericoli che non sono mai scomparsi. Speriamo e ci auguriamo che ce la faccia».

Pezzo ripreso da: https://www.famigliacristiana.it/articolo/accoltellato-salman-rushdie-scrittore-simbolo-della-liberta-di-espressione.aspx



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