È morto Michail Gorbačëv l'uomo che immaginava la Casa Comune Europea dall'Atlantico agli Urali libera da muri, frontiere e patti militari. L'occidente gli preferì un ubriacone per meglio fare shopping con le privatizzazioni, disgregare l'Unione Sovietica, porre fine alle politiche di disarmo e denuclearizzazione del continente rilanciando la corsa al riarmo e l'estensione della NATO come gendarmeria globale degli interessi occidentali. Non era un destino segnato, c'è chi ci ha lavorato con pervicacia affinché quella speranza fosse spazzata via sostituita da più insicurezza, nazionalismi di ogni sorta e scandita dal tempo della guerra mondiale a pezzi. Onore ad uno statista, uno degli ultimi, che ha pensato più all'umanità che all'interesse di parte.
Alfio Nicotra
E' del tutto in malafede chi attribuisce a Gorbaciov la responsabilità del crollo dell'Unione sovietica. I russi sono eccezionali e la Russia è favolosa, ma quel sistema ideologico non si reggeva in piedi e di fatto era in coma irreversibile già all'inizio degli anni Ottanta, come potei sperimentare di persona durante un soggiorno di studio a Mosca di 5 mesi. L'economia era allo sfascio e il sistema sopravviveva artificialmente unicamente in base al ricatto atomico. Onore quindi a Gorbaciov, grande eroe tragico, che di fronte a un compito impossibile riuscì nell'impresa eccezionale di aprire l'Europa dell'Est a un processo di trasformazione e ad evitare un terzo conflitto mondiale. Purtroppo pochi lo compresero e nessuno lo aiutò. Oggi il mondo sarebbe completamente diverso se l'Occidente avesse appoggiato, anche finanziariamente, le riforme di Gorbaciov, invece lo abbandonarono. I risultati sono sotto gli occhi di tutti.
Guido Cusinato
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