20 aprile 2017

M. SERRA SUL SUICIDIO DELLA DEMOCRAZIA 1 e 2


Non c’è una sola cellula di Donald Trump che sia democratica. È antidemocratico dalla testa ai piedi. Eppure è stato democraticamente eletto presidente della più grande democrazia del pianeta. Non c’è neppure una virgola di democrazia nel referendum proposto da Erdogan. Eppure, secondo democrazia, ha vinto con il 51 per cento del voto popolare. L’elenco degli esiti poco democratici, o del tutto antidemocratici, del voto democratico, comincia a essere notevole; e niente esclude che possa allungarsi. Per generazioni si è pensato che il nemico della democrazia fossero le dittature; le rivoluzioni; i colpi di Stato. Ci tocca abituarci all’idea che il vero pericolo, per la democrazia, sia la democrazia, visto che sono gli stessi meccanismi democratici (niente è più democratico delle elezioni) a partorire sempre più spesso la sconfitta della democrazia. Questo ci insegna che la democrazia non è una condizione permanente, ma una faticosissima evoluzione della cultura e dello spirito di tolleranza dei popoli. Se la democrazia smette di lavorare per la cultura e lo spirito di tolleranza dei popoli, deperisce e produce quegli stessi umori distruttivi che, per sua natura, non è in grado di annullare. In termini tecnici si chiama suicidio.

Michele Serra, da La Repubblica del 18 aprile 2017

PS: Meritano la "prima pagina" due commenti pervenuti sul mio diario FB:
 
Cinzia Miceli: La democrazia non è un sistema perfetto, ma è il male minore. Il prezzo da pagare lo stiamo scontando, ma la classe dirigente non cade dal nulla. È frutto di opportunismi, di scelte scellerate di cui noi siamo tutti storicamente pienamente responsabili. Se non cambiamo, assumendoci le colpe di errori individuali e collettivi, non cambierà mai nulla.

Maria Silvia Caffari: L'inganno sta nel popolo che crede di essere libero dall'essere manovrato. Crede di comandare è invece comandato da forze nascoste e invasive di tutto il suo corpo. Antidoto sempre lo stesso: la cultura, l'educazione del singolo al senso critico, a iniziare dal giudizio su se stesso. E una crescente necessità di coraggio. Ma, per quale scopo?: c'è una dignità che ci sta alle spalle, ci precede, ci sta davanti, ci chiede fermezza, resistenza e lotta, lo scopo è sempre lei, la libertà, che siamo tentati di delegarne la responsabilità ad altri.
 

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