L’ultimo tappeto di Boetti fu intrecciato nel 1994. Boetti, all’inizio degli anni Novanta, concepì il suo testamento, il quale non poteva che essere in forma di arazzo.
Fu realizzato in cinque versioni, ciascuna diversa perché da affidare a qualcuno di speciale.
Boetti ci mette il suo universo: la custodia del violino di sua madre, alcuni oggetti del suo studio e della sua casa, un giocattolo tanto amato dal figlio Giordano.
Ma, soprattutto, nell’ultimo arazzo di Boetti c’è annodata la forma stessa di un arazzo.
Un tappeto nel tappeto, stellato e misterioso,
a guisa di cielo, di mappa astrale,
una porta del tempo.
La misura del mondo.
Che non si può misurare.
ARIANNA BONINO
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