19 dicembre 2021

C. Livia Candiani, Amo il bianco tra le parole.

 



Amo il bianco tra le parole,

il loro margine ardente,

amo quando taci

e quando riprendi a parlare,

amo la parola che spunta

solitaria

sullo specchio buio del vocabolario,

e quando sborda, va alla deriva

con deciso smarrimento,

quando si oscura

e quando si spezza,

si fa ombra.

Quando veste il mondo,

quando lo rivela,

quando fa mappa,

quando fa destino.

Amo quando è imminente

e quando si schianta,

quando è straniera,

quando straniera sono io

nella sua ipotetica terra,

amo quello che resta,

dopo la parola detta,

non detta. E quando è proibita

e pronunciata lo stesso,

quando si cerca e si vela,

quando si sposa

e quando è realtà di muri

limite che incaglia al suolo,

quando scorre candida

e corre per prima a bere,

e quando preme alla gola,

spinge all’aperto,

quando è presa a prestito,

quando mi impresta al discorso

dell’altro, quando mi abbandona.

Non voglio una parola di troppo,

voglio un silenzio a dirotto,

non un commercio tra mutezza e voce,

ma una breccia,

una spaccatura che allarga luce,

una pista delle scosse.

Dammi un ascolto che precipita –

parola.

Che nasce.


Chandra Livia Candiani





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