"Finché l’uomo sfrutterà l’uomo, finché
l’umanità sarà divisa in padroni e in
servi, non ci sarà né normalità né pace.
La ragione di tutto il male del nostro
tempo è qui."
P. P. Pasolini, Vie Nuove 1962.
Qualche anno dopo, lo stesso Pasolini, preciserà ed articolerà meglio il suo pensiero:
"... nessuna negazione della libertà è così spietata come quella incarnata dal
capitalismo. Quel capitalismo così caro, mi perdoni, ai liberali. Di
qui nasce probabilmente la mia netta opposizione al liberalismo, a
questa ideologia così tipicamente borghese. Perchè tutti i mali del
mondo si identificano per me nella borghesia, intendendo naturalmente
non il singolo individuo, ma la classe nel suo insieme e per quello
che essa rappresenta. Un'opposizione e un'avversione che nascono in
me prima secondo gli schemi classici della dottrina marxista, come
opposizione cioè alla classe che detiene tutti i privilegi e che
lotta unicamente per difenderli e per mantenere soggiogate e per
sfruttare le classi lavoratrici. E infine per una reazione istintiva
di borghese deluso. Anzi vorrei dire che questa reazione fu
cronologicamente la prima e che su di essa si innestò poi la lezione
marxista. L'ideale per esempio della proprietà privata, cui la
borghesia e il liberalismo non sanno né potrebbero mai rinunciare, è
per me la matrice di tutto il male dell'umanità, di quell'egoismo
che fu sempre alla radice delle divisioni tra gli uomini"
Da una intervista a Pasolini di G. Carioti sul periodico "La nuova voce", maggio 1964.
Nessun commento:
Posta un commento