Padre nostro,
che sei nei cieli,
scendi!
Siediti,
prendici
e poi tienici,
con le braccia possenti,
sollevaci come solo
i veri padri
e ascoltaci come se
tu fossi dentro,
come se
tu fossi.
Esisti,
resisti,
insisti
e poi insegna
a fare uguale.
Dacci il pane,
dacci tempo,
dacci un talento;
oppure
solo amore,
consueto,
consensuale,
mansueto e congeniale,
e che duri
che non spergiuri
che ci veda e che si veda,
che ci creda.
E liberaci dalla paura,
dallo squillo
del telefono
di notte,
dalle botte,
dalle notti dei giorni,
dal non essere capaci,
dal sentirci meno belli,
o inadatti o soli o inetti,
dal non essere migliori,
dal non sentirci tuoi figli tutti,
dal non sentire i battiti,
i nostri e quelli
degli altri;
dalle porte chiuse,
dal non aprire.
Liberaci dal male.
Liberaci.
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