09 settembre 2022

LEONARDO SCIASCIA SULLA MORTE DI STALIN

 



"Il 18 aprile del 1948, nel sonno dell'alba, Calogero Schirò vide Stalin. Era un sogno dentro un sogno, Calogero stava sognando un gran mucchio di schede elettorali, ne aveva firmate un migliaio la sera prima poiché il partito l'aveva designato scrutinatore; vedeva tutte quelle schede e a un certo punto sulle schede una mano pesante che usciva dalla manica di una giubba militare di quelle all'antica. Nel sogno pensò: 'ora sto sognando, questo è Stalin' e alzo gli occhi a guardare Stalin in faccia. Aveva una faccia scura, Calogero pensò 'è incazzato, c'è qualcosa che va per traverso' e subito fece un esame di coscienza per sé e per la sezione di Regalpetra, trovò piccole macule, il vice che in municipio aveva fregato un po' di zucchero Unrra e non era stato espulso, il segretario dei minatori che prendeva soldi per il disbrigo di certe pratiche: cominciò a sentirsi inquieto. Stalin parlò con marcato accento napoletano, disse "Calì, in queste elezioni abbiamo da perdere, non c'è niente da fare, i preti hanno la prima mano".
Leonardo Sciascia da Gli zii di Sicilia

Nessun commento:

Posta un commento