Novità in libreria: "I peccati della Bibbia" di John Shelby Spong, una riflessione su come una lettura acritica e atemporale dei libri sacri possa indurre alla violenza. (fv)
Giorgio Amico
Se la Bibbia induce in tentazione
«E non indurci in tentazione» recitava la vecchia versione del Padre nostro ora modificata in «non abbandonarci alla tentazione». Ma se Dio non può indurci in tentazione, lo può fare la sua parola così come riportata nei libri sacri. E non è un problema di sole formule di preghiera.
E' da pochi giorni nelle librerie, nella bella traduzione di Paolo Casciola che contrasta con la sciatteria sempre più diffusa nel mondo editoriale italiano , il volume I peccati della Bibbia di John Shelby Spong, vescovo episcopaliano emerito di Newark, già docente a Harvard e figura di spicco della riflessione teologica nel mondo anglosassone, conosciuto anche da noi grazie all'impegno dell'editore Roberto Massari, unico nel campo dell'editoria militante di sinistra a dedicare un'intera collana alla riflessione su temi attinenti il dato religioso.
A sgombrare il campo da possibili equivoci, chiariamo subito che il volume non tratta dei peccati frutto del comportamento umano, ma di quelli indotti da una lettura acritica e dogmatica del testo sacro.
«Per peccati della Bibbia – scrive il vescovo americano – intendo quei terribili testi che in tutta la storia cristiana sono stati citati per giustificare un comportamento che viene oggi universalmente riconosciuto come malvagio... Testo dopo testo, cercherò di disarmare le parti del racconto biblico che sono state utilizzate nella storia per offendere, denigrare, opprimere e persino uccidere. Inizierò col demolire le storie d'orrore della Bibbia. Ma la distruzione non è il mio obiettivo immediato né il mio scopo finale. Più d'ogni altra cosa intendo offrire ai credenti una nuova via d'accesso al racconto biblico, un nuovo modo di leggere e di ascoltare quest'antica narrazione».
L'autore, l'abbiamo già detto, è un vescovo episcopaliano, ma i quesiti che pone interrogano da vicino anche la Chiesa cattolica. In realtà il testo di Spong, che fa seguito ad altri cinque volumi sempre editi da Massari, non si rivolge solo ai credenti, ma a chiunque ancora individui in un comportamento etico la base dell'agire individuale e collettivo, a partire dall'agire politico. E ciò rende il libro una proposta di riflessione rivolta a tutti, credenti e no.
Esemplare il passo dedicato all'impulso che da una lettura acritica e astorica della bibbia viene all'omofobia, ancora così diffusa soprattutto nel mondo cattolico:
«L'orientamento sessuale non è una scelta morale. È qualcosa di cui la gente acquisisce consapevolezza. Pertanto non ne è moralmente colpevole. I capitoli 18 e 20 del levitico sono semplicemente sbagliati. Sono moralmente inadeguati perché si basano sull'ignoranza. Dovrebbero essere considerati, così come molte altre cose nel levitico e nel resto della Torah, come tappe dello sviluppo umano che abbiamo superato, perché la nostra educazione è andata oltre, e che perciò abbiamo abbandonato. Il fatto di citare questi testi per giustificare i nostri pregiudizi e persino la nostra violenza distrugge l'essenza stessa di ciò che i cristiani dicono di credere riguardo a Dio. Il Dio che è amore, il Dio che attraverso le parole di Gesù ha promesso una vita più ricca, la descrizione del modo in cui gli altri riconosceranno il nostro desiderio di seguire Gesù “per amore”: tutto ciò verrà profanato se vengono legittimati i capitoli 18 e 20 del Levitico. È giunto il momento per tutti i cristiani di decidere se una persona può seguire Cristo continuando a mantenere i propri pregiudizi omofobi. Io non credo che ciò sia possibile. Tutti noi, nel profondo, sappiamo che è così. La decisione da prendere non è quella di mantenere entrambe le cose, bensì di scegliere tra l'una o l'altra. Possiamo seguire Cristo oppure mantenere i nostri pregiudizi. Non è possibile alcun compromesso... Giustificare l'omofobia distruttiva di alcuni capi e membri della Chiesa al fine di “preservare l'unità della Chiesa” non è più un argomento moralmente difendibile da parte degli esponenti della gerarchia ecclesiastica. Una Chiesa unificata nei pregiudizi non può in alcun modo essere il Corpo di Cristo.»
John Shelby Spong
I peccati della Bibbia
Traduzione di Paolo Casciola
Introduzione e cura di Don Ferdinando Sudati
Massari Editore, 2021
448 pagine
22 euro
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