09 marzo 2021

W. SZYMBORSKA, Vita difficile con la memoria

 



Sono un cattivo pubblico per la mia memoria.
Vuole che ascolti di continuo la sua voce,
ma io mi agito, tossicchio,
ascolto e non ascolto,
esco, torno ed esco di nuovo.
Vuole tutta la mia attenzione e il tempo.
Quando dormo, la cosa le riesce facilmente.
Di giorno ci sono alti e bassi, e le dispiace.
Mi propone con zelo vecchie lettere, foto,
tocca fatti più e meno importanti,
mi rende paesaggi sfuggiti alla mia vista,
li popola con i miei morti.
Nei suoi racconti sono sempre più giovane.
E’ carino, ma a che pro questo ritornello.
Ogni specchio ha per me notizie differenti.
Si arrabbia quando scrollo le spalle.
Allora si vendica e sbandiera tutti i miei errori,
pesanti, e poi dimenticati facilmente.
Mi fissa negli occhi, aspetta una reazione.
Mi consola alla fine, potenva andar peggio.
Vuole che viva solo per lei e con lei.
Meglio se in una stanza buia, chiusa,
ma qui nei miei piani c’è sempre il sole presente,
le nuvole di oggi, le vie giorno per giorno.
A volte ne ho abbastanza della sua compagnia.
Propongo di separarci. Da oggi e per sempre.
Allora compassionevolmente sorride,
sa che anche per me sarebbe una condanna.

“La vita difficile con la memoria” Wisława Szymborska

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