14 maggio 2019

IL MUSEO DELLE SPARTENZE A PALERMO




Uno studioso serio della storia dell'emigrazione, come il mio amico Santo Lombino, ha scritto: "Sulla grande emigrazione italiana 1880-1920. C'erano quelli che partivano con il passaporto e quelli che partivano clandestinamente, superando i confini tra Italia e Francia o tra Canada e Stati Uniti. Altri partivano come turisti e poi rimanevano, in attesa di sanare la situazione. Non c'erano scafisti, ma in tutti i paesi e città agenti di emigrazione che propagandavano il "sogno americano" senza dire tutta la verità per guadagnarci la provvigione, compagnie di navigazione italiane, olandesi, inglesi, che a volte imbarcavano in terze classi con poca aria e poca luce gli emigrati italiani in navi giunte alla fine dei loro anni, quasi carrette del mare, che in molti casi sono affondate (navi come Principessa Mafalda, Sirio, Ortigia, Sudamerica, Lusitania, Bourgogne, Utopia, etc.etc.). In molti casi gli emigrati dal Veneto arrivavano in Uruguay, in Paraguay e in Brasile dopo aver avuto promessi salari dorati e belle case, salvo poi accorgersi che c'erano solo baracche e forse neppure quelle... Molti speculatori aspettavano gli emigranti nei porti di Genova, Napoli, Palermo, ecc. per imbrogliarli e derubarli dei loro risparmi. All'arrivo c'era il sistema del boss del lavoro che utilizzava quasi come schiavi i lavoratori immigrati nelle miniere, nelle linee ferroviarie, nelle piantagioni di zucchero della Louisiana."
Ed io non mi stanco di ricordare un libro di Stefano Vilardo,  TUTTI DICONO GERMANIA GERMANIA, che documenta l'emigrazione siciliana clandestina dei primi anni 60 del 900 in Germania. (fv)

Nessun commento:

Posta un commento