09 aprile 2021

DANIELE BILLITTERI, Zona rossa, la variante panormita 1 e 2

 


Di fronte alla strage degli innocenti ancora in corso - più di cinquecento persone ogni giorno continuano a morire di Covid in Italia - ci sarebbe da piangere o da fare una vera e propria rivoluzione.

Ma, visto che questo Paese ci ha abituati a digerire tutto, Daniele prova a farci ridere, anche se non manca di farci riflettere sull'indifferenza che sembra essere il male peggiore che ha contagiato i siciliani. (fv)


Zona rossa, la variante panormita

Daniele Billitteri

Beddamatri, ma si può? Sparirono 258 morti covid senza un miserere. Scusate, sbagliammo i conti, di cui: ricalcolo! Come il Tomtom quando prendete un senso unico al contrario. Perché non è conto che il navigatore è palermitano, è giusto? Manca un’Oreto Valley che produca un software etnicamente coerente e dedicato.
Pronto accomodo ci assuppiamo la zona rossa per un’altra settimana, sino al 22 aprile, perché sballarono tutti i conti come se a farli c’era un ragioniere pazzo o un cromagnon mbriaco. Venerdì mandammo il ricalcolo a Roma: scusate c’eravamo persi 258 morti. Ecco, vogliate aggiungerli ai numeri di oggi. Cortesemente”. Perché, dopo tutto, come diceva Totò, è la somma che fa il totale. Ma scusate, come abbiamo fatto? Che vuol dire che non li abbiamo contati? Morti sono, no rafanelle. Morti, defunti, vite passate per un camino canterebbe il Guccini della Pandemia.
Prendiamo il caso della zona rossa, chiesta a gran voce dal sindaco di Palermo e decretata dal presidente della Regione. Lo sapete come funziona, no? Se si supera ogni giorno il numero di 250 contagiati ogni centomila abitanti scatta l’algoritmo e ti mettono il rosso. E noi (dice un ‘inchiesta che se ne portarono una poco e che costò il posto all’assessore) siamo passati dall’averli ammucciati, all’averli “spalmati” nei giorni a pisello di cane. Ora io non lo so com’è il fatto. C’è l’inchiesta e aspettiamo che finisca e chiarisca.
In ogni caso il risultato è la zona rossa mentre la maggior parte dell’Italia dopo Pasqua è già arancione e, secondo me, chiamala che viene, in molte zone tornerà il giallo. Ma da noi il giallo resta solo quello giudiziario, nel senso di giallo attipo Montalbano.
Nel frattempo tutti chiusi, autocertificazione, divieti, restrizioni. In molte città d’Italia i putiari, i tavernari, i banconisti sono andati tutti con le bandiere e le pignate a fare scruscio di protesta, di protestate cambiali, di ristori picca e niente.
Ma, bella la verità, qui avete visto niente? A Palermo, dico. Ne avete visto cortei? Proteste? Annacamenti? Comunicati? Papelli? Sittin contro Sinnacollando?
Insomma, l’impressione è che la variante palermitana del virus siamo noi, le cose di pazzi che riusciamo a fare succedere e, per di più, che succedono nella quasi più totale indifferenza.
Ma è davveroi così? O ci inventiamo la qualunque e non protestiamo contro il confinamento che già la parola ci disturba perché ricorda i tempi del confino quando tanti padri di famiglia erano all’isola con la scusa che erano mafiosi. Non ci piace ma ora ce l’accolliamo. Forse perché non lo rispettiamo e troviamo tutte le maniere più creative per levarci di sotto. Siamo i maghi dell’autocertificazione, ogni giorno una laurea breve in giurisprudenza con tesi su “fenomenologia dell’uscita del cane” o “Teoria e pratica della Minchiata” (“Mi telefonò me cumpari che dice che stava morendo ma poi ho visto che stava bene…”). E se siete positivi (al virus) e rischiate il penale se andate camminando strade strade? Basta sostenere che siete “assintumati”, cioè asintomatici. “Come lo posso capire che sono arrifriddato se non mi cola il naso? Videntemente sono assintumato!”.
Insomma, di fronte a una regola non c’è nemmeno il piacere di gridare “Ora ci state atturrando il pasticciotto”, perché siamo troppo impegnati a percorrere tutte le sentine sotterranee che alle regole ci passano di sotto. In attesa di tempi migliori. E non potendo mangiare carne, sorsiamo brodo.
Ora è facile cazziare un popolo. La protesta non si vede ma non vuol dire che siamo felici. Pagheremo prezzi altissimi sul piano dello stress, dei rapporti tra di noi, nei posti di lavoro, nelle famiglie. I picciottelli danno i numeri, sono come una pentola a pressione, le coppie scoppiano, i fratelli diventano caini, i nanni sbiellano ma almeno hanno la pensione. No, non lasciatevi ingannare: bene non stiamo. Nemmeno noi che pure siamo Homo Panormitanus, protagonisti di un’estinzione impossibile. (D. B.)


PS: Un mio caro amico, che preferisce mantenere l'anonimato, ha commentato così il pezzo di Billitteri:

" Sapido amaro autoritratto. Ma è il massimo (inconcludente) che storicamente può produrre l' homo siculus, meridionale e italicus. Nessun sussulto di cambiamento del reale. Dai suoi inveterati abiti.
Ma almeno fa ridere... cu culu arsu"



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