13 aprile 2021

FRANCO SCALDATI PASOLINIANO

 

Foto di Valerio Bellone





Chiaro che è sparito un mondo. Una delle cause, l’omologazione del linguaggio. Un’altra, sembra paradossale sono la sparizione dei mestieri e quindi, un’altra ancora, lo studio obbligatorio. E’ sparito un mondo che ha lasciato spazio ad un’assoluta e sciatta omologazione. Questo significa una sola cosa: la cultura dell’occidente è finita. L’Occidente è finito. Rassegniamoci una volta per tutte. Io ho vissuto a Borgo Vecchio da quattro a quattordici anni. Dieci anni, che sono dieci anni cruciali. Sono gli anni in cui mi sono formato. E’ un mondo assolutamente brulicante di colori, odori. Di vita: la vitalità era straordinaria, seppur tutto al limite della brutalità e della violenza; ma prevaleva comunque la vitalità. Il desiderio di vivere e la capacità di vivere; la capacità di vivere che ora mi sembra assolutamente scomparsa. Per quanto mi riguarda io continuo a raccontare quegli anni. E non significa rimanere legati a quelle cose; significa scandagliare quel periodo e facendo delle riflessioni anche rapportarlo ai nostri tempi. Forse non basterà neanche una vita per raccontare tutte le storie, situazioni, umori sentimenti che appartenevano a quella gente.
Franco Scaldati


Il futuro non è dei vincitori, è di chi ha la capacità di vivere. E chi ha la capacità di vivere, di essere totalmente se stesso, è inevitabilmente sconfitto.
E' qui il seme che crea e si traduce in futuro, vita: una sconfitta di straordinaria bellezza. Le facce degli sconfitti, le loro voci, continuano ad esistere. Sono i vincitori che non esisteranno più. Questa è il grande splendore dell'esistenza.
Il canto dei perdenti è straordinario. E’ quello che noi facciamo continuamente: cantare i perdenti. I vincitori sono degli sconfitti. E questo la stupidità umana non lo accetta; non lo capisce; non lo concepisce.
Essere poeti… E vivere il più grande dei valori che è l’amore.
Straordinariamente ed è straordinariamente bello. Il più grande perdente della storia degl’ultimi millenni è Cristo.

Franco Scaldati

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