28 marzo 2024

GUERRE, SPRECO E SUPERFLUO

 



       Più di dieci anni fa, nel ricordare uno dei libri più belli di Danilo Dolci, ne citavo uno dei passi centrali:

“lo spreco dell’acqua nella Sicilia occidentale, dove vanno a mare, considerando solo i maggiori bacini, circa 200 milioni di metri cubi d’acqua ogni anno, senza che questo costituisca una pubblica preoccupazione, mentre non solo in Israele ma in Egitto si fa meglio di noi.

[…] Siamo miopi, vediamo a fatica. Purtroppo è molto facile sprecare, sprecarsi, cominciando da noi stessi. C’è molto spesso un movimento solo apparente: come quando si pesta l’acqua nel mortaio. […]

         Come si può pretendere puntualità, concetto del valore del tempo, finchè non esiste concetto del valore dell’uomo?

        E come ci si può aspettare che una popolazione, spesso statica da secoli, si muova per realizzare una nuova vita, se essa non sa che vita diversa, vita nuova, può esistere? […] Come possono milioni di persone sapere che è loro possibile cambiare la faccia della loro terra, finché il problema per loro non esiste? E come può nascere una pianificazione consapevole, coi piedi per terra, zona per zona, se non attraverso uno sforzo di comprensione e di qualificazione di tutto un popolo?

        Sono problemi soprattutto di struttura, di uomini, di competenze: l’importante è rompere, da qualche parte, il cerchio chiuso.” (D. Dolci, Spreco, Einaudi 1960)

           Ho provato un piacere grande qualche giorno fa rileggere questa pagina di Danilo in una bella rivista siciliana, SCORCI, di cui ho già parlato. I redattori della rivista giustamente adattano l'analisi compiuta dal sociologo triestino, insieme ai suoi più stretti collaboratori, più di 60 anni fa , al contesto nuovo e drammatico che si è aperto davanti a noi oggi, col rischio sempre più incombente della guerra globale di tutti contro tutti. Di seguito ne riproponiamo le pagine che ci hanno maggiormente colpito:







 

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