24 marzo 2024

LA BOCCIA DI SPEZIERA DI ROSARIO DAIDONE

 


BOCCIA DI SPEZIERIA CON IMMAGINE DI SANTA ROSALIA

 

Verso decorato a trofei

datata 1628

Palermo

h. cm 36,5

Collezione privata

Da oggi nella Mostra ROSALIA400 nel Palazzo Branciforte sede della Fondazione SICILIA. La nota nel pannello espositivo relativo all'opera è stata curata da ROSARIO DAIDONE

 

L’immagine di Santa Rosalia resa nell’atto di abbracciare il Crocifisso in una delle sue prime rappresentazioni iconografiche, testimonia l’immediata diffusione che ebbe il culto della giovane Eremita i cui resti furono trovati sul Monte Pellegrino quattro anni prima della creazione della maiolica da parte di un maestro che, per motivi di ordine stilistico, sembra fosse impegnato a svolgere l’opera di decoratore tra le officine di Palermo e Sciacca.

La figura della Santa legata alla miracolosa cessazione della peste del 1624, oltre alla finalità devozionale espressa con la preghiera che da sempre è associata all’impiego dei farmaci, possiede anche quella di indicare, attraverso il suo ruolo, il contenuto del vaso.

La boccia, per l’immagine che la contraddistingue e a causa delle ricorrenti epidemie, conteneva probabilmente la Teriaca, un elettuario che, seguendo la ricetta fornita dal medico Galeno (II sec. d.C.) veniva periodicamente preparato in pompa magna davanti al Nobile Collegio degli Aromatari. Una miscela di ricercati ingredienti in cui entrava a far parte anche il veleno delle vipere. Unico farmaco ritenuto dal famoso protomedico Gianfilippo Ingrassia (1510-1580) efficace contro il “pestifero e contagioso morbo” che si era verificato in Sicilia nel 1575.

La decorazione del verso con motivi ornamentali poggianti su elementi di natura militare, non più alla moda del periodo, restava particolarmente gradita agli speziali siciliani per il suo impatto visivo e come allusione alla lotta vittoriosa dei farmaci contro le malattie.

Quest’opera in cui l’immagine della Protettrice è posta davanti alla sua città, non soltanto nel nome della figura trova riferimento al Monte dei Pegni intestato, alla fine del Settecento a Rosalia, ma per le evidenti concatenazioni di ordine religioso e civile esistenti a Palermo.

Ora opportunamente richiamata all’attenzione nel quattrocentesimo anniversario dell’intervento salvifico di Santa Rosalia, la maiolica è stata esposta nella Mostra di ceramiche tenutasi in questo Palazzo dal dicembre 2017 al febbraio 2018 ed è pubblicata nel relativo Catalogo delle Edizioni D’Arte Kalòs. 

Rosario  Daidone


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