06 marzo 2024

SPRECHI E INIZIATIVE DISCUTIBILI NEL PARCO ARCHEOLOGICO DI AGRIGENTO

 


Il Parco archeologico della Valle dei Templi non è costituito, come ho ascoltato più volte in questi giorni, da "quattro pietre gettate qua e là" (per giustificare la necessità di una valorizzazione spettacolare di un evidente falso storico) ma dalle evidenze archeologiche di Akragas, una delle città elleniche più importanti del Mediterraneo con la visita del tempio di Giunone, del tempio della Concordia, del tempio di Eracle, del tempio di Zeus Olimpio, del tempio dei Dioscuri, dei templi di Efesto, Asclepio e Atena, del tempio di Demetra, del tempio L, del tempio di Iside, dell’Olympieion, dei giardini della Kolymbetra, di un Bouleuterium, del Santuario delle divinità ctonie, del museo "Pietro Griffo", della necropoli paleocristiana e bizantina, della grotta Fragapane, della necropoli greca e della 'Basilicula', del quartiere ellenistico-romano, della tomba di Terone, etc. etc.

 Alla luce di tutte queste evidenze archeologiche, storiche e monumentali è chiaro che il turista per visitare tutto questo bendidìo avrebbe bisogno di una settimana di tempo. Un telamone, copia realizzata nel 1975 dall'Opificio delle Pietre Dura, giace sdraiato dentro quella che era la cella del tempio di Giove Olimpio, un altro telamone con elementi originali assemblato dall'archeologo Raffaello Politi nel 1825 e musealizzato nel 1965 dal soprintendente 'Pietro Griffo' e dall'architetto Franco Minissi si trova all'interno del museo omonimo. Si fa presente che il sopracitato museo si trova a poca distanza dai templi sul poggio di San Nicola, antica agorà superiore della città antica, e naturalmente all'interno dell'area archeologica. Alla luce di tutto ciò il Parco archeologico della Valle dei Templi bastava a sé stesso, con un milione di visitatori l'anno. Uno dei parchi archeologici, insieme a Selinunte, più visitati della Sicilia. Pertanto l'operazione politica e commerciale di assemblaggio e erezione di 90 elementi lapidei - di cui non è possibile stabilire l'appartenenza ad un determinato telamone (non vi è tecnica che permette di individuare se un pezzo scomposto di calcarenite appartenga a un manufatto rispetto ad un altro a parte l'antica giacitura di rinvenimento....anche questa inaffidabile) - risulta il frutto della volontà di una spettacolarizzazione disneylandiana di cui non si avvertiva assolutamente la mancanza. Un'azione fine a sé stessa che non ha aggiunto valorizzazione, contenuti scientifici o storici ma ha solo creato un falso storico in presenza di due telamoni che fino ad oggi hanno permesso al pubblico di sognare e immaginare la grandiosità dei templi di Akragas.

Peccato un'occasione persa per la politica e la dirigenza istituzionale del Parco! 

MAURO ALESSI, archeologo


Nessun commento:

Posta un commento