Come la realtà presente evidenzia ogni giorno, la convinzione che la Memoria storica sia un antidoto alla irrazionalità e alla violenza, è una generosa illusione. Ciò non toglie che la Memoria vada ad ogni costo tenuta viva non fosse altro perché non si spezzi il filo che lega tra loro le generazioni. Un compito quello di difendere la Memoria, che è patrimonio collettivo mentre il ricordo è esperienza personale, che è compito, se non addirittura dovere etico dei vecchi. Ai giovani il tentativo di cercare di cambiare il mondo, a chi giovane non è più da tempo, il dovere di ricordare quello che fu fatto in passato per cambiarlo. E non importa che spesso si tratti di una storia di sconfitte perché per le generazioni, come per i singoli, la sconfitta, se non rimossa o giustificata, aiuta a comprendere e dunque fortifica. A comprendere soprattutto che ciò che chiamiamo “storia” non è un percorso lineare in avanti che non ammette ritorni all'indietro anche tragici. La storia degli uomini è , e il tempo presente lo testimonia, segnata da cicli di decadenza non solo di imperi, ma anche di culture. La ragione non è eternamente vittoriosa, ma può anche generare nuove forme di oscurantismo e nuove superstizioni. Lo aveva capito Leopardi nel pieno del presunto trionfo dei Lumi, lo vediamo noi oggi con i No Vax nel pieno dell'altrettanto presunto trionfo della scienza. Per questo Vento largo ripresenterà materiali, oggi in larga parte dimenticati ma ancora utili, degli anni Settanta. Anni che non furono,come vuole la vulgata figlia della restaurazione moderata in atto, solo“anni di piombo”, ma anche e forse soprattutto il generoso tentativo dei giovani di allora di porre concretamente le basi di un mondo più giusto e libero.
Apriamo con un documento del 1973, quando, nel pieno della strategia della tensione e delle stragi, si tenne a Firenze un convegno, i cui lavori furono poi raccolti in volume, contro le tentazioni autoritarie di una parte della borghesia e dello Stato. Un convegno importante, organizzato del PdUP, a cui parteciparono personaggi illustri come Vittorio Foa e Padre Ernesto Balducci, ma anche meno conosciuti militanti di base, come Tommaso Lupi, giovane portuale imperiese. È la sua relazione sull'attività antifascista svolta in quell'inizio degli anni Settanta, in una piccola ma allora vivacissima città di provincia, che oggi proponiamo agli amici di Vento largo.
Giorgio Amico
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