L' altra sera ho visto a Palermo l'ultimo bellissimo film del regista napoletano Mario Martone dedicato alla figura di Eduardo Scarpetta. Di seguito una breve recensione del critico cinematografico Roberto Chiesi:
QUI RIDO IO
Roberto Chiesi
Dopo il film di Segre, un altro eccellente film italiano. Mario Martone ritrova la sua vena migliore raccontando un episodio nella vita di Eduardo Scarpetta nel 1904, episodio che costituisce al tempo stesso una rivendicazione del valore dell'umorismo (della parodia) nel teatro, un omaggio intenso e vivido all'arte scenica e la rievocazione degli ultimi fuochi del grande autore e attore napoletano prima del ritiro volontario. Denigrato e denunciato per avere osato mettere in scena la parodia della "Figlia di Iorio" di D'Annunzio con "Il figlio di Iorio", Scarpetta deve combattere contro la malafede e l'ottusità dei letterati dell'intellighenzia e, al tempo stesso, contro il fantasma del proprio declino fisiologico. Con l'apporto eccezionale di Servillo, Martone traccia un ritratto sanguigno, sfaccettato e ricco di chiaroscuri di Scarpetta (anche se forse edulcorato, se si leggono le memorie di Peppino De Filippo) e dell'universo napoletano dei primi del '900. Un certo rilievo lo hanno anche Eduardo, Peppino e Titina De Filippo, figli non riconosciuti della famiglia "allargata" che crescono sul palcoscenico assimilando la chimica del teatro e (nel caso di Peppino) covando risentimenti contro l'egoismo del padre-padrone che non si saneranno mai. Bellissima la fotografia di Renato Berta, le scenografie di Giancarlo Muselli e Carlo Rescigno, i costumi di Ursula Patzak e magistrale la sceneggiatura scritta dallo stesso Martone con Ippolita di Majo. La sala a Bologna, ieri, era quasi completamente piena (ossia mezza piena, tenendo conto del distanziamento). Speriamo che il pubblico accorra a vedere questo film.
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