Mentre la nostra isola brucia,
c’è chi pensa solo alle prossime elezioni regionali. Circolano, tra conferme e
smentite, i primi nomi. E qualcuno, preso dalla disperazione, arriva a pensare
che non è giusto che a bruciare siano solo gli alberi ed i rifiuti.
Per farsi una prima idea sul
modo in cui la sinistra siciliana
si prepara alla competizione,
raccomando la lettura di questo corsivo:
Alessandro Robecchi - Siamo
per il rinnovamento, votiamo Pippo Baudo
Fare chiarezza e sgombrare
il campo da ogni equivoco. Ristabilire la verità delle cose. Procedere senza
indugi sulla strada del rinnovamento della classe politica. Diradare le nebbie
sulla candidatura di Pippo Baudo a presidente della Regione Sicilia avanzata da
esponenti Pd. Il popolare presentatore ha detto alla radio di aver ricevuto una
telefonata da Sergio D’Antoni che gli proponeva la candidatura all’ambita
carica. E’ una buona notizia. Se ne deduce infatti che D’Antoni è vivo,
partecipa attivamente alla vita politica del paese e sa usare il telefono. Il
segretario del Pd siciliano ha smentito, quindi forse è vero. Bersani ha riso
di gusto e ha detto di non saperne nulla. Quindi è sicuramente vero, tanto più
che Baudo ha dichiarato di avergli parlato della cosa, con il che il popolo
democratico è ora di fronte all’agghiacciate dilemma se credere a Pippo o al
segretario. Pippo Baudo ha dichiarato anche che non è la prima volta. Prima di
D’Antoni gli aveva chiesto di candidarsi in Sicilia Prodi (2005), e prima di
lui Nitti (1919), e prima di lui Matilde di Canossa (1079), e prima ancora
Odoacre in persona (480, poco prima dell’invasione della Dalmazia). A tutti,
con coerenza cristallina, Pippo Baudo ha detto un no fermo e cortese, perché
lui non ama i compromessi e preferisce fare la tivù, dove rappresenta il
rinnovamento da almeno 54 anni. E questo, pur essendo di sinistra dai tempi,
appunto, di Odoacre, e pure prima, come si può vedere nelle pitture rupestri di
Ukhahlamba-Drakensberg, in Sudafrica (1.000 a.C.), dove un giovane Pippo Baudo
mostra a un bisonte la sua tessera del Pd. A nulla sono valse le rassicurazioni
del mondo politico che promettevano a Baudo un appoggio ampio della nuova
granitica coalizione di centrosinistra – dai Tupamaros alla Binetti – oltre
alla garanzia di poter formare liberamente la sua squadra, inclusi Giucas
Casella e Sharon Stone. Alla fine, la candidatura pare tramontata, lasciando in
tutti la netta sensazione che Pippo Baudo, dicendo “Grazie, non è il mio
mestiere”, sia l’unico in questa storia che ci sta con la testa.
Il manifesto 5 agosto 2012
Roghi estivi e clientele d'annata
RispondiEliminaLa legislatura siciliana si è interrotta alcuni mesi prima della
scadenza, lestate è costellata da incendi devastanti e qualcuno si
chiede perché mai, nonostante un vero esercito a difesa degli esigui
boschi siciliani, si debbano subire sconfitte così devastanti.
Da 60 anni si è molto più abili a incrementare le truppe a difesa dei
boschi che le aeree boschive. La Sicilia è fanalino di coda insieme
alla Puglia come superficie boschiva in rapporto al territorio. Il
comparto assorbe 400 milioni di euro con una spesa per ettaro di circa
1500 euro contro i 400 della Campania che virtuosa certo non è.
I numerosi governi che si sono succeduti, e soprattutto i due ultimi
presidenti investiti dal consenso popolare, si sono ben guardati da
immaginare soluzioni alternative. Quando poi si passa a esaminare la
produttività del bosco, la capacità di essere fonte di reddito e non
solo di spesa, la salvaguardia del patrimonio naturale con utilizzo
delle risorse e la tutela della fauna e delle specie rare, le distanze
dagli esempi più validi divengono abissali.
Calabria, Sicilia e Campania con poco meno del 15% delle aree boschive
nazionali e una spettacolare simmetria tra clientela e spreco, mafia e
vanificazione delle risorse, assorbono oltre il 70% della spesa
nazionale destinata alla salvaguardia dei boschi.
Come è possibile uscire dal pantano che costringe i Siciliani a
guardare ogni estate le proprie montagne bruciare, i media
interrogarsi sulle origini degli incendi, e i rituali quanto inutili
buoni propositi dei responsabili di turno? Allarrivo delle piogge
tutto svanisce, la natura si addormenta e anche i progetti di riforma
entrano nel loro letargo stagionale.
La Norvegia affida la sua difesa a un esercito di 19000 uomini, la
Regione Siciliana la tutela della limitata supefice boschiva a 24.000
forestali. Potremmo continuare con le cifre, raffrontare la Sicilia
alle altre regioni, paragonarla al Canada o allInghilterra. Ne
trarremmo soltanto triste e sconsolate considerazioni.
Ma i candidati alla Presidenza della Regione non possono sottrarsi a
questo problema. Occorre fantasia e determinazione. LItalia e il
mondo sono pieni di buoni esempi da seguire, ma si tratta di accettare
che uomini e donne tenuti sotto scacco dai loro referenti politici
conquistino la libertà. La disarticolazione delle vecchie alleanze
rende possibile processi nuovi. Vedremo chi troverà il coraggio di
affrontare e sciogliere uno dei nodi scorsoi della politica siciliana.
Aldo Penna