30 ottobre 2017

L' ARTE DI AMBROGIO LORENZETTI


Madonna del latte. Museo Diocesano Siena

Di Ambrogio Lorenzetti è conosciuto soprattutto il grande ciclo di affreschi sul buono e cattivo governo. Una grande mostra a Siena ne illustra per la prima volta l'intera opera che ne fa uno dei grandi pittori del medioevo.

Marco Gasperetti

Dall’Annunciazione alla Madonna del latte, l’emozione del realismo


Benvenuti nell’avanguardia del Trecento. E se la definizione vi sembra esagerata, avvicinatevi alle tavole e agli affreschi di Ambrogio Lorenzetti, il «Magnifico» pittore che rivoluzionò l’arte del suo tempo, sfidando il vento dell’incomprensione, con uno sguardo profetico verso il futuro.

Guardatele prima da una certa distanza e con quella visione globale e distaccata che serve a introiettare la struttura dell’opera. E poi, lentamente, passo dopo passo, avvicinatevi sino a individuare i particolari più straordinari e di un realismo, sublimato nell’arte e nella religiosità dei soggetti, molto avanzati per i tempi. 
C’è da emozionarsi, sino quasi alla commozione, nell’osservare la Madonna del Latte (vestita di rosso), con il seno quasi deformato dal neonato che guarda l’osservatore come potrebbe fare un qualsiasi pargolo postmoderno davanti alla fotocamera di uno smartphone. La sorpresa si ripete davanti all’immagine di un’altra Madonna con Bambino, custodita al Louvre, dove il piccolo mangia un fico, simbolo del peccato, e che invece Ambrogio nobilita.
    Madonna del latte. Museo Diocesano Siena

Camminando tra le dieci sale, ma meglio sarebbe chiamarle ambientazioni, nelle quali trionfa la mostra «Ambrogio Lorenzetti» (dal 22 ottobre 2017 al 21 gennaio 2018) visitata in anteprima dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella, si ha una visione non solo complessiva di questo straordinario campione dell’arte medievale (e non solo), ma si cancella la visione un po’ stereotipata del pittore dell’Allegoria del Buono e del Cattivo Governo, il grandioso ciclo di affreschi della Sala dei Nove del Palazzo Pubblico di Siena.
    Maestà. Museo di arte sacra di Massa Marittima

Lorenzetti si presenta per ciò che è realmente, uno dei tre grandi pittori del suo tempo, insieme a Giotto e Simone Martini (come scrive il Ghiberti) dalla natura innovativa. «Un artista geniale, un intellettuale dall’idea di una pittura nella quale l’intelletto e l’innovazione iconografica sono molto forti — spiega Roberto Bartalini, uno dei curatori insieme ad Alessandro Bagnoli e Max Seide —. Dipinge i fenomeni naturali, il vento, la grandine, la luce, la notte. Dà immagini a idee complesse. Descrive negli affreschi un’Annunciazione che nessuno aveva immaginato, con una Madonna impaurita che cade a terra, così fuori dai canoni che appena finisce la sua opera i committenti la fanno modificare».
    Crocefissione. Städel Museum di Francoforte

Quella di Siena non è solo una mostra svelatrice del genio di Lorenzetti, ma completa. Non solo perché nei dieci ambienti del percorso si trovano le opere dell’artista conservate a Siena (sono il 70% della sua produzione), ma perché è stata arricchita da una serie di prestiti provenienti dal Louvre di Parigi, dalla National Gallery di Londra, dalle Gallerie degli Uffizi, dai Musei Vaticani, dallo Städel Museum di Francoforte, dalla Yale University Art Gallery. «Con l’obiettivo di reintegrare pressoché interamente la vicenda artistica dell’artista — afferma il direttore del Santa Maria Daniele Pittèri — facendo nuovamente convergere a Siena dei dipinti che in larghissima parte furono prodotti proprio per cittadini senesi e per chiese della città».

La razionale disposizione delle opere e l’inserimento di spazi multimediali accompagna il visitatore a conoscere l’evoluzione di Lorenzetti in un crescendo d’emozioni. La sua modernità ci abbaglia.

Il Corriere della sera – 22 ottobre 2017

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