02 agosto 2024

MARINA CVETAEVA SCRIVE AD A RAINER MARIA RILKE

 




[ Tu sei ciò che sognerò stanotte, che stanotte sognerà me. (Sognare o essere sognata?) Il giorno in cui qualcuno ci sognerà insieme - allora ci incontreremo.]

St-Gilles-sur-Vie, 2 agosto 1926
E allora Rainer, non arrabbiarti con me, sono io, io che voglio dormire con te - addormentarmi e dormire. Splendida espressione popolare - quanto profonda, quanto autentica, quanto priva di ambiguità, esattamente come ciò che esprime. Semplicemente dormire, e null'altro. No, ancora: la testa sprofondata nell'incavo della tua spalla sinistra, il braccio intorno a quella destra, e null'altro. No, ancora: e fin dentro il sonno più profondo sapere che sei tu. E ancora: il suono del tuo cuore.E - baciare quel cuore.....

"Ti amo e voglio dormire con te" - all'amicizia non è data tanta concisione. Ma è con un'altra voce che io lo dico, quasi nel sonno profondo. Il mio suono è diverso da quello della passione. Tutto ciò che mai dorme desidera saziarsi di sonno fra le tue braccia. Fin dentro l'anima (gola) sarebbe il bacio. (non incendio: voragine).
Rainer, si fa sera, ti amo. Ulula un treno. I treni sono i lupi, i lupi la Russia. Non un treno - la Russia intera sta ululando verso di te. Rainer, non arrabbiarti, oppure arrabbiati quanto vuoi: stanotte dormirò con te. Uno squarcio nel buio - ci sono le stelle - concludo: finestra. (Alla finestra penso, non al letto, quando penso a te e a me.) Gli occhi spalancati, perché fuori è ancora più buio che dentro. Il letto è un vascello, ci mettiamo in viaggio.
Non occorre che tu risponda - continua a baciare.
Marina
Lettera di Marina Cvetaeva a Rainer Maria Rilke - in Lettere - A cura di Pina De Luca

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