04 novembre 2011

CALAMITA' NON NATURALI

Dal settimanale Famiglia Cristiana, che festeggia i suoi primi 80 anni di vita con un significativo intervento del Presidente della Repubblica, mi piace riprendere alcuni passi dell’articolo del Magistrato genovese Adriano Sansa che spiega con chiarezza come si poteva evitare l’ultimo disastro che ha sfregiato il volto di due tra le più belle regioni italiane.

Le righe seguenti dovrebbero essere lette con la massima attenzione da tutti:


Per lungo tempo Monterosso, Vernazza e gli altri paesi liguri e toscani colpiti dall’alluvione non avranno l’usuale volto. Li ha colpiti una calamità grave prevedibile. Piogge violente, concentrate, anche in seguito a mutamenti climatici noti. Ci sono vittime. Danni alle abitazioni, alle strade, al paesaggio. Ripararli costerà molto di più di quel che sarebbe costato prevenirli. Le vite non tornano.

Gli incendi boschivi riducono l’assorbimento delle piogge, il cemento fa correre l’acqua subito a valle; l’incuria di argini e briglie, la cattiva manutenzione dei greti, le coperture delle foci, l’impossibilità di esondazione nei momenti di piena favoriscono i disastri. Gli amministratori, presenti a dare conforto, spesso poi si dimenticano tutto, lasciano briglia sciolta al cemento. La Regione Liguria ha approvato a luglio norme che consentono di costruire più vicino di prima ai corsi d’acqua. Follia? No, è un atteggiamento che cerca il peggiore dei consensi, asseconda egoismi e miopie, come fa da anni con i porticcioli e le connesse speculazioni.

I liguri hanno avuto in dono una terra leggiadra […]. L’hanno goduta con misura per secoli, ma da tempo la sfruttano e la spremono per avere il massimo profitto immediato […]. Invece di investire nella manutenzione del suolo e dei corsi d’acqua, di limitare la cementificazione di terre fragili e preziose, hanno lasciato fare in una vicendevole complicità con molti amministratori.

Ora è troppo tardi per non avere rimorso dei morti. Non troppo tardi, qui come in tutta Italia, per ricominciare con una cittadinanza e una politica oneste. E poi bisogna fare ordine nelle competenze, censire i rischi, investire invece di ridurre, come il Governo ha appena fatto, la spesa per l’ambiente.”

Adriano Sansa

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