20 novembre 2011

CLIENTELISMI, FAMIGLIE E MAFIA

Fatti recenti mi spingono a riprendere e sviluppare degli appunti pubblicati nei primi giorni di apertura di questo blog. In essi prendevo le mosse da una intervista rilasciata dal deputato regionale Gaspare Vitrano che affermava candidamente di non conoscere un modo diverso di fare politica che non fosse quello clientelare.

Avevo notato subito che la mia indignazione non era molto condivisa. La maggior parte dei commenti che circolavano a Marineo e dintorni erano di questo tipo: l’Onorevole è sincero e dice la verità; cos’ì fan tutti, l’unico errore commesso è stato quello di farsi cogliere con le mani nel sacco!

Mi sono tornate in mente allora le parole di Giovanni Falcone:

“In Sicilia, per quanto uno sia intelligente e lavoratore, non è detto che faccia carriera (…). La Sicilia ha fatto del clientelismo una regola di vita. Difficile, in questo quadro, far emergere pure e semplici capacità professionali. Quel che conta è l’amico o la conoscenza per ottenere una spintarella. E la mafia, che esprime sempre l’esasperazione dei valori siciliani, finisce per fare apparire come un favore quello che è il diritto di ogni cittadino".

Con queste semplici parole il Magistrato ha fornito una delle chiavi migliori per comprendere il “sistema di potere clientelare-mafioso” che ha contrassegnato per secoli la regione siciliana e che, purtroppo, come aveva intravisto Leonardo Sciascia, ha finito per contagiare l’Italia intera .

Molti anni prima un sociologo americano, Edward Banfield, aveva individuato nel cosiddetto familismo amorale la causa prima del sistema di potere clientelare. Secondo questo studioso, infatti, il diffuso e radicato attaccamento al gruppo familiare – considerato centro dell’universo e valore assoluto cui sottomettere il resto – è alla base di ogni sistema clientelare. Mettere al primo posto la famiglia e i familiari, favorirli in ogni circostanza, soprattutto quando si occupano posti di potere, conduce a violare il principio dell’uguaglianza dei cittadini davanti alla legge e a creare un sistema di potere fondato sull’arbitrio e l’illegalità. Tale sistema, portato alle sue estreme conseguenze, ha generato il potere mafioso di Cosa Nostra che, non a caso, ha denominato la sua prima cellula famiglia.

Sciascia non ha mai mancato di notare come la FAMIGLIA in Sicilia sia stata sempre “un valore ossessivo”. E Sciascia è stato davvero un maestro nel togliere la maschera a chi si nasconde dietro “valori” e parole solenni. E, in quest’opera di demistificazione, non ha mai preso le mosse da principi astratti e/o ideologie ma dall’analisi puntuale di fatti realmente accaduti.

Così lo scrittore siciliano ha più volte raccontato un fatto realmente accaduto tra Racalmuto e Grotte a metà dell’800; una storia, udita la prima volta quand’era ragazzo, che gli “fece grande impressione”. Il fatto riguardava una bellissima ragazza sedicenne costretta dai familiari a sposare un vecchio giudice per salvare un parente. Lo scrittore conclude il racconto con queste parole: “Tanto l’amore familiare può, oltre il giusto e il lecito, nei paesi nostri”.

La mafia, oltre a denominare “famiglie” le sue numerose cosche, può considerarsi una sorta di famiglia allargata. I componenti di essa possono avere in tasca diverse tessere di partito o nessuna tessera, dal momento che il legame che esiste tra di loro non ha alcun carattere ideologico. L’unico legame che esiste tra i componenti di una famiglia è l’interesse economico che, per i mafiosi, è in realtà l’unico vero valore. Anche per questo il loro motto preferito è: A cu ti leva ‘u pani, levaci la vita!

Ecco perché è pericoloso toccare il membro di una di queste “famiglie”. Non appena si sfiorano certi fili la mafia reagisce. E reagisce sempre allo stesso modo, la strategia è sempre la stessa. I casi Falcone e Borsellino sono esemplari al riguardo: si comincia, con lettere anonime ed altro, a screditare e delegittimare la persona ritenuta pericolosa. Una volta isolata diventa più facile colpirla.

Marineo 20 novembre 2011 Francesco Virga

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