04 gennaio 2012

Parla don Andrea Gallo


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L’indisciplina di don Andrea Gallo è sempre stata un grattacapo per le alte sfere ecclesiastiche, come permanente è stata la sua ribellione contro l’ingiustizia e l’emarginazione, da quando ragazzino combatté coi partigiani. I suoi libri impartiscono insegnamenti di alto valore civico e morale. Lo abbiamo intervistato. Ed ecco cosa ci ha detto...

Compiti «Il compito di tutti noi è ascoltare i bisogni delle persone, accoglierli, vedere come sia possibile soddisfarli. Purtroppo assistiamo a un ritorno massiccio della reazione sociale e politica. Da troppi anni si è creato un clima di indifferenza e di assenteismo di coloro che dovrebbero ascoltare senza giudicare prima, ascoltare e avanzare proposte. È una caduta della quale siamo un po’ tutti responsabili. Dopo tangentopoli le cose sono peggiorate invece di migliorare e spaventa l’indifferenza dei più; a me piace Gramsci che odiava l’indifferenza, ma qui accade che ristretti gruppi hanno occupato le varie leve di potere e fanno solo i propri interessi; c’è chi entra nei partiti per fare carriera e soldi senza badare al bene comune. Questa è la società delle tre A: avere, apparire, appropriarsi. La Chiesa ha il dovere di sorvegliare e costantemente additare abusi, ingiustizie, squilibri gravi. Non dimentichiamo che Gesù è buono ma è anche sovversivo, Gesù è poeta ma è anche profeta, sebbene non bisogna neppure dimenticare la gloria che nella chiesa è presente a dispetto di questo periodo di restaurazione, come la gloria di monsignor Romero ucciso a San Salvador o dei preti anticamorra che si battono in prima linea insieme a tante suore altrettanto coraggiose… Ci vorrebbe un Concilio vaticano terzo come va auspicando da tempo il cardinal Martini, perché si è persa la strada aperta da Giovanni XXIII, si è persa la bussola, e la bussola – diceva don Giuseppe Dossetti – per noi è la Costituzione repubblicana, con al centro il lavoro, la democrazia, i diritti, l’antifascismo. Senza questi valori, come facciamo a lottare contro il virus dell’empietà? Contro il virus del fascismo in libera uscita per dirla con Giorgio Bocca?».

Costituzione «La Costituzione auspica la rimozione degli ostacoli alla realizzazione piena della persona umana, ma in questi giorni a Genova la stampa parla di aumenti di novecento euro annuali a famiglia, un costo aggiuntivo che è una vera e propria mazzata: spazzatura, bollette, trasporti… È uno scempio generale! È necessario ripartire con la partecipazione dal basso, ricostruire la democrazia, ricominciare daccapo. Non abbiamo altra strada che far risorgere un autentico processo democratico. Le forze più sane dentro la chiesa parlano di eutanasia della democrazia, per usare le parole del cardinale Tettamanzi di Milano. Il populismo al potere ha esattamente l’obiettivo di smantellare la Costituzione, occorre mettersi in discussione, occorre una rivoluzione culturale, come fu quella di Gesù, una rivoluzione nei valori che ci guidano».

Giovani «Non è vero che i giovani non abbiano valori, o meglio è la loro esigenza di autenticità che viene delusa, ed è un’esigenza forte che – insieme al futuro che gli viene tolto – li spinge a entrare nel gregge del consumismo. Altri si aggrappano a falsi miti edonistici. E una grossa fetta si butta nelle droghe che sono l’anticipazione della morte, un nichilismo misto a pulsione di annientamento. Chi mi invita ai convegni chiede cosa bisogna fare per i giovani, la risposta è semplice: dare loro una prospettiva, creare opportunità. E ai giovani dico fate più casino che potete, qui a Genova c’è stato un corteo imponente di ragazzi compresi studenti medi, operai e portuali. La Gelmini fa la riforma e diminuisce gli insegnanti, quasi scompare il sostegno agli svantaggiati, taglia le borse di studio, parla di meritocrazia mentre lei è andata in Calabria per abilitarsi più facilmente; le scuole non hanno agibilità, i bambini si portano da casa la carta igienica, gli istituti sono fatiscenti, l’ho visto coi miei occhi adesso che gli studenti mi hanno chiamato a discutere nei corsi autogestiti… Così le politiche sulla scuola diventano politiche per privilegiati, e questo è in linea con tutta la politica attuale, schierata a favore del privilegio: le leggi ad personam, parentopoli, le logiche di corruzione, in un tripudio di arroganza e intolleranza. Invece, cominciamo a garantire il diritto allo studio per tutti! Facciamo come raccomandava don Milani. Il merito verrà dopo, se c’è, intanto diamo a ognuno le stesse opportunità di partenza».

dal sito http://www.libereta.it

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