25 maggio 2013

SUI VERI BARBARI










LUCIO MARIANI  -  QUALI BARBARI

Che aspettiamo, raccolti nella piazza?
Oggi arrivano i barbari.

COSTANTINO KAVAFIS


Non calano dai monti dei Balcani
tracce umane ignorate dalla storia
né abbandonano più remote sponde
per affrontare il mare, aggrovigliati
come resti dell’ultimo pescame
su carrette sospinte dai respiri.
Se appena a terra vanno praticando
costumi ignoti e differenti riti
se balbettano per idiomi astrusi
se hanno altri colori della pelle
e ti chiedono pane per la strada
trascinando le lacere creature
a cui ogni cane abbaia,
non sono quelli i barbari, puoi credermi.


I barbari
vivono in sonno dentro ad ogni uomo
latenti e armati abitano anche in voi
se ne stanno acquattati in mezzo al cuore
dei più miti compagni e dei fratelli
dei miei adorati figli e dei nipoti.
La barbarie s’accartoccia nei corpi
nascosta fra grovigli e gangli oscuri
langue nel nostro sangue e al primo nulla
punge e ispina sia l’osso che la vena
esce rabbiosa e va rasente i muri
a procurare pena con la mossa
d’una violenza appresa nella culla
quando impastiamo l’anima nel buio
coltivando il talento da rapace
sull’esempio di pessimi maestri.


Barbara è questa carne universale
che nasce al male dalla nostra carne.





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