01 luglio 2014

RICORDIAMOCI DI QUANDO ERAVAMO NOI AD EMIGRARE



Quando si capirà che il fenomeno dei migranti non è una emergenza temporanea, ma un fattore strutturale di una economia globalizzata che produce barbarie? In una parola, il lato oscuro (assieme alla guerra e al disastro ambientale) di un capitalismo senza più avversari. Riprendiamo un intervento (di qualche tempo fa ma purtroppo attualissimo) di Raffaele Salinari che dimostra come sia possibile intervenire concretamente già da ora iniziando dalla tutela dei bambini. 

Raffaele K. Salinari

Protezione internazionale per i piccoli rifugiati

Solo l’estrema disperazione può spingere dei genitori ad affidare a dei trafficanti di esseri umani senza scrupoli i propri figli, sapendo che lì da dove vengono per loro non c’è futuro ma che dove vanno forse non arriveranno mai.

Eppure spinti da una volontà di vita e di libertà, oramai sono migliaia i minori stranieri non accompagnati, MSNA, così si chiamano in gergo giuridico i bambini migranti senza un adulto che li accompagni, ad intraprendere un’avventura rischiosissima pur di far brillare ancora nei loro occhi la scintilla della speranza di un domani migliore, fatto di accoglienza e diritti.

Ieri, ma non è né la prima né certamente l’ultima volta, erano in maggioranza ragazzini gli immigrati somali sbarcati a Porto Empedocle. Su un totale di 97 persone 61 erano minori stranieri non accompagnati.

Ma, a farci capire, se fosse ancora possibile vedere con gli occhi ciò che ci sta sotto gli occhi, la portata epocale delle ingiustizie che vivono ogni giorno queste popolazioni, sull’imbarcazione c’erano anche 16 donne, comprese 5 incinte di cui una al nono ed una all’ottavo mese.

Di fronte a questa ordinaria normalità dovuta alla globalizzazione ineguale che stiamo vivendo, e molti subendo, la politica, specie quella italiana, in occasione delle imminenti elezioni europee, si deve interrogare sul suo ruolo e sulle possibili soluzioni che possono essere riassunte in alcuni punti ben precisi.

A livello europeo, in vista del semestre italiano: riconoscimento del fenomeno dei minori migranti quale assoluta priorità per tutta l’Unione Europea che deve essere affrontato sulla base del principio chiave di una loro effettiva ed efficace protezione, indipendentemente dal Paese di arrivo. Per farlo effettivamente bisogna modifica il cosiddetto «Sistema Dublino» che scarica sul primo Stato membro di arrivo tutto l’onere non solo dell’accoglienza ma della verifica dello status di rifugiato o richiedente asilo.

Questa necessaria revisione dovrebbe portare in primis ad aprire veri e propri corridoi umanitari per permettere ai minori in fuga un approdo sicuro; in seconda battuta armonizzare il sistema di accoglienza in Unione Europea così da mettere fine alla circolazione irregolare di minori a rischio di sfruttamento ed al respingimento di madri con bimbi alle frontiere.

A livello Italiano è necessario velocizzare la messa a punto di una Banca Dati per la mappatura delle disponibilità in tempo reale dell’accoglienza dei minori stranieri non accompagnati su tutto il territorio nazionale, così da evitare blocchi e sovraesposizione al fenomeno di talune Regioni soltanto.

Per questo la Banca Dati deve essere sostenuta dalla garanzia, in tempi brevi per i Comuni ospitanti, dell’accesso sicuro alle coperture finanziarie di cui al Fondo Nazionale per l’Accoglienza dei Minori Stranieri così da sbloccare il sovraffollamento dei migranti in poche regioni, ormai al collasso. Per tutto questo serve un Piano Nazionale e procedure organiche a livello Paese per l’accoglienza dei minori migranti, che adottino parametri atti a garantire la tutela del «superiore interesse del fanciullo» come dice l’ONU, in tutte le fasi di accoglienza, assicurando in questo modo la concreta attuazione alla Risoluzione del Parlamento UE del 12 settembre 2013, in particolare per quanto attiene alle procedure di accoglienza dei MSNA e per le procedure di determinazione della minore età.

Ma, al di là delle leggi da sistematizzare o da far applicare, l’esperienza ci dice che è fondamentale riconoscere l’importanza strategica delle prime 48 ore di accoglienza garantendo al minore sin da subito una sistemazione in luogo salubre e protetto.

Questo implica una qualità dell’accoglienza sin dalle prime ore dallo sbarco, con una forte rassicurazione circa la loro posizione legale e sociale in Italia, che li aiuti a sentirsi accolti e ascoltati così da evitare il rischio di decisioni affrettate che portino ad autolesionismi o alla fuga.

Questo significa garantire a ciascun minore la pronta nomina di un Tutore che lo assicuri sull’effettiva pieno godimento dei diritti riconosciuti dalla normativa. Tutto questo si può e si deve fare, senza aspettare che altri morti misurino la già scarsa tenuta di quella amorfa cosa che chiamiamo valori occidentali.


Il Manifesto – 13 maggio 2014

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