Il 27 aprile 1937 si spegne Antonio Gramsci. Aveva soltanto 46 anni e aveva già trascorso 11 dei 20 anni di carcere a cui era stato condannato, per motivi politici, dal Tribunale Speciale Fascista. Le sue lettere dal carcere, insieme ai Quaderni, sono riconosciute oggi da tutti come una delle espressioni più alte della cultura mondiale del 900. La lettera, che parzialmente riproduciamo, mostra con semplicità tutta la sua grandezza umana. (fv)
15 dicembre 1930
Carissima mamma, ecco il quinto natale che passo in privazione di
libertà e il quarto che passo in carcere. Veramente la condizione di
coatto in cui passai il natale del 26 ad Ustica era ancora una specie di
paradiso della libertà personale in confronto alla condizione di
carcerato. Ma non credere che la mia serenità sia venuta meno. Sono
invecchiato di quattro anni, ho molti capelli bianchi, ho perduto i
denti, non rido più di gusto come una volta, ma credo di essere diventato
più saggio e di avere arricchito la mia esperienza degli uomini e delle
cose. Del resto non ho perduto il gusto della vita; tutto mi interessa ancora e sono sicuro che se anche non posso più "zaccurrare sa fae arrostia" (sgranocchiare le fave arrostite) [...]. Dunque non sono
diventato vecchio, ti pare? Si diventa vecchi quando si incomincia a
temere la morte e quando si prova dispiacere a vedere gli altri fare ciò
che noi non possiamo più fare.
In questo senso sono sicuro che neanche tu sei diventata vecchia nonostante la tua età. Sono sicuro che sei decisa a vivere a lungo, per poterci rivedere tutti insieme e per poter conoscere tutti i tuoi nipotini: finché si vuol vivere, finché si sente il gusto della vita e si vuole raggiungere ancora qualche scopo, si resiste a tutti gli acciacchi e a tutte le malattie. [...]. Tanti auguri e saluti a tutti di casa. Ti abbraccio teneramente
In questo senso sono sicuro che neanche tu sei diventata vecchia nonostante la tua età. Sono sicuro che sei decisa a vivere a lungo, per poterci rivedere tutti insieme e per poter conoscere tutti i tuoi nipotini: finché si vuol vivere, finché si sente il gusto della vita e si vuole raggiungere ancora qualche scopo, si resiste a tutti gli acciacchi e a tutte le malattie. [...]. Tanti auguri e saluti a tutti di casa. Ti abbraccio teneramente
Antonio
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