LEONARDO SCIASCIA E IL PCI
D: Si ha l’impressione che il PCI l’abbia sempre, alternativamente, ingiuriato e corteggiato. Non molto tempo fa
Amendola l’ha trattato pubblicamente da codardo…Sembra che vent’anni fa lei sia stato chiamato “iena dattilografa” e considerato trotzikista…
Amendola l’ha trattato pubblicamente da codardo…Sembra che vent’anni fa lei sia stato chiamato “iena dattilografa” e considerato trotzikista…
R: Effettivamente i miei rapporti col PCI hanno conosciuto alti e bassi, un po’ come quella poesia di Manzoni, quando parlando di Napoleone dice che fu trascinato «due volte nella polvere, due volte sull’altar…». Prima di pubblicare Il contesto agli occhi del PCI ero uno scrittore “buono e coraggioso”. Candidato per le liste comuniste fui promosso a “grande scrittore”. Dopo le dimissioni (dal consiglio comunale di Palermo, ndr) sono diventato “codardo”. Forse è a causa dei miei scritti sempre contestatari che mi affibbiano quelle tare… In realtà una simile retorica piena di ingiurie non solo non mi induce a riflettere, anzi qualche volta perfino mi diverte: a lungo andare i fulmini del PCI finiscono con l’essere comici.
Epoca, 25 giugno 1978
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